L’ALTRO giorno ho incontrato il giornalista ed europarlamentare Magdi Cristiano Allam che, alle prossime Europee, si candida nel Nord-Est con la destra della Meloni.

L’ho sempre apprezzato per i suoi commenti, spesso al veleno, sul mondo arabo che conosce perfettamente essendo di origini egiziane. Negli ultimi tempi, c’eravamo un po’ persi di vista, ma il rapporto di stima reciproca non si è mai interrotto. Magdi mi ha anticipato che il suo cavallo di battaglia, nella prossima campagna elettorale, sarà l’euro: secondo lui, infatti, la moneta unica è una jattura per una buona fetta d’italiani.

Se, soltanto qualche anno fa, le critiche all’euro, sia pure motivate, venivano considerate alla stregua di un delitto di lesa maestà, e pochi si sono azzardati (è il caso dell’imprenditore Ernesto Preatoni) a sollevare qualche dubbio, oggi la crociata contro le distorsioni della divisa unica e lo strapotere dei “partner” ricchi, a cominciare dalla Germania della Merkel, può anche diventare un “atout” per ribaltare le proiezioni sull’esito del voto e sul futuro dell’euro.

Mario Giordano, nel suo libro “Non vale una lira”, scrive, calcisticamente, che aver costruito l’euro con Paesi così disomogenei, è come mettere assieme, nella stessa squadra, un obeso e Balotelli. Povero Balo…
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