Il bastone e la carota

L’uso del bastone e della carota è, in certi casi, un’arte. E il premier Renzi è diventato uno specialista in quest’arte. Prendete il caso del suo intervento ieri al Piccolo Teatro. Il sindaco d’Italia si è sperticato in grandi lodi per l’Expo e per Milano che, dando indirettamente ragione allo sceriffo Cantone, è tornata a […]

L’uso del bastone e della carota è, in certi casi, un’arte. E il premier Renzi è diventato uno specialista in quest’arte. Prendete il caso del suo intervento ieri al Piccolo Teatro. Il sindaco d’Italia si è sperticato in grandi lodi per l’Expo e per Milano che, dando indirettamente ragione allo sceriffo Cantone, è tornata a essere capitale culturale non solo d’Italia, ma, addirittura, d’Europa. Preso dall’entusiasmo Matteo ha forse esagerato un tantino: «Siamo oggettivamente una super potenza culturale», ha detto. E, in quanto a background, forse neppure Pico della Mirandola ebbe, a suo tempo, tanti peana per il suo genio.

Renzi, tra l’altro, non si è limitato ai soli elogi: se è vero che il dopo-Expo potrà trasformare l’area di Rho-Pero in un centro a livello mondiale che affronterà il tema della genomica (e non solo), lo Stato, ha aggiunto, è disposto a investire 150 milioni l’anno per dieci anni sul progetto dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova che dovrebbe coinvolgere 1.600 persone.

Fin qui la carota di Matteo, poi c’è stato il bastone del premier per quegli imprenditori lombardi che non hanno preso troppo bene l’intenzione del governo di appaltare altrove il “core-business” del dopo-Expo: «No ai campanilismi», ha sentenziato. E non è mancata neppure una frecciata nei confronti del governatore Maroni. Insomma, chi vuole intendere, intenda: «Non abbiamo portato qui i leader europei per far loro mangiare il risotto».

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net