Il 25 aprile del credito

Qualche riflessione in più sul dopo-Bergamo. L’intervento lombardo al Forex del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, segna un’inversione di tendenza nei comportamenti degli istituti di credito. In un certo senso, è cominciata l’opera di ricostruzione, una specie di 25 Aprile del sistema bancario italiano. Dopo le devastazioni di una guerra finanziaria che ha provocato […]

Qualche riflessione in più sul dopo-Bergamo. L’intervento lombardo al Forex del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, segna un’inversione di tendenza nei comportamenti degli istituti di credito. In un certo senso, è cominciata l’opera di ricostruzione, una specie di 25 Aprile del sistema bancario italiano. Dopo le devastazioni di una guerra finanziaria che ha provocato morti e feriti in tutto il mondo e in Italia—leggi Mps in particolare —, dovrebbe cominciare la riscossa. Il messaggio del governatore è stato chiaro: si volta pagina ripartendo dall’austerità. Se nei primi anni del Duemila, la parola d’ordine era investire a tutti i costi e in tutti i campi, fare profitti, spesso drogati, favoriti da un management all’americana nutrito a colpi di bonus e di premi aziendali—con tutti i rischi di una finanza allegra che ha provocato, dal 2008, una crisi non ancora finita—da sabato la parola d’ordine è un’altra: serietà. Bisogna ripartire da zero per ridare credibilità al pianeta-banche, puntando tutto sulla correttezza nei comportamenti degli istituti e sui bilanci rigorosamente sotto controllo: l’oculatezza è, oggi, la miglior garanzia della tenuta dell’intero sistema. Chi sgarra, è perduto. Insomma, si cambia davvero e, considerando le vittime del bombardamento precedente, la svolta annunciata da Ignazio Visco è, di certo, una notizia positiva, ma pure una boccata d’ossigeno per tutti i risparmiatori.

Non vorremmo, però, che il regime d’austerità, si traducesse anche con un’altra parola d’ordine: concedere il credito sempre più con il contagocce. Soprattutto in un momento come l’attuale—che vede il mondo industriale impegnato a cogliere al volo i primi, debolissimi, segnali di ripresa —, le imprese hanno urgente bisogno di sostegni finanziari molto consistenti: pensiamo solo al comparto immobiliare. Per non parlare delle necessità delle famiglie. E’ vero, secondo i dati di Bankitalia, già adesso i prestiti ancari superano del 20% la raccolta, ma la ripartenza del made in Italy impone la necessità di trovare nuove vie per ampliare i margini di accesso al credito, senza mettere di nuovo a rischio la tenuta delle banche. E’, questa, la vera partita che tutti dovranno giocare assieme nei prossimi mesi. È la grande scommessa dell’Italia per il 2013. E non solo.