TEMPI DURI per le televisioni di Stato. Se in Grecia il futuro di Ert, l’azienda pubblica ellenica, è appeso ad un filo, anche la Rai vive giorni sempre più grami: che ci fa un carrozzone mangiasoldi con un Tesoro sempre più al verde? Ecco, quindi, che si torna a parlare di privatizzazione di viale Mazzini: secondo uno studio di Mediobanca, la dismissione del pachiderma frutterebbe alle casse erariali due miliardi di euro buoni buoni. L’analisi ha, ovviamente, provocato le ire dei fieri partigiani dell’antico motto “Tanto paga Pantalone”, ma credo che qualcosa bisogna pur fare. Se non si vuole vendere una rete, c’è sempre l’annoso problema del canone Rai che è evaso da quasi il 30% degli utenti, una cifra incredibile. Personalmente, sono contrario alla tassa radiotelevisiva, ma sono ancora più indispettito dalla consapevolezza che ci sia una quota elevata di furbetti pronti a scaricare sugli altri l’odiosa gabella. E, allora, perché non inseriamo, una buona volta, il canone Rai nella bolletta Enel? Paghiamo meno, ma paghiamo tutti.