CERTE VOLTE, un background di giornalista sportivo può servire e, così, il “Buongiorno” di venerdì 22 novembre, più di una settimana fa, aveva anticipato: «Silvio Berlusconi sta affrontando una nuova stagione di divorzi, solo maschili… L’uscita di Galliani viene data come imminente, addirittura prima del siluramento di Allegri dalla panchina milanista». Detto e fatto: l’amministratore delegato rossonero non mangerà neppure il panettone e la sua uscita, dopo quasi 28 anni di sodalizio con il Cavaliere, è solo questione di giorni. Abbiamo preso in contropiede tutti i giornali e il piccolo “scoop” ci inorgoglisce un po’.

Ma, al di là della soddisfazione personale, il nuovo forfait traumatico da Arcore deve, forse, rattristarci perché dimostra che gli amori non sono mai indissolubili e le separazioni sono, sempre, dietro l’angolo. Se, infatti, il sodalizio tra Alfano e Silvio è stato di breve durata, la collaborazione dell’amministratore delegato del Milan con il presidente durava da quando Barbara Berlusconi, il nuovo “uomo forte” della società calcistica (magari, in attesa di ulteriori salti), era una bimba. Piccole donne crescono e la terzogenita del Cav, con una grinta e una determinazione degne di miglior causa, ha accompagnato all’uscio il collaudatissimo top manager. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la serata di mercoledì 20 novembre, quella della festa rossonera, quando la rampolla in carriera della dynasty di Arcore ha annunciato che, al massimo, Galliani avrebbe potuto collaborare in futuro con la Fondazione Milan. Ma già in passato, ai tempi della “love story” di Barbara con Pato, il “feeling” con Adriano era finito. Un fatto è, comunque, certo: adesso sappiamo tutti chi, tra i berluschini di sangue, indossa i pantaloni.
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