MAI FIDARSI delle pecore nere nel mondo bancario. Come se non bastassero i morti di Parigi e il clima di terrore che avvelena il prossimo Natale, ecco la notizia del crac delle quattro banche con relativo suicidio del povero risparmiatore di turno che ha perso, in un attimo, tutti i suoi risparmi. Il poker di istituti di credito nella tempesta (Banca Etruria, che ha indirettamente chiamato in causa il ministro Maria Elena Boschi, le Casse di risparmio di Ferrara e di Chieti e la Banca Marche) rischia di avere conseguenze pesanti sull’intero sistema a dispetto della ciambella di salvataggio lanciata dal governo. Proprio per evitare ripercussioni a valanga, è importante, mettere, a questo punto, alcuni paletti. Innanzitutto, dobbiamo positivamente registrare che il Nord, tornato ad essere il polmone economico del Belpaese nel senso pieno della parola, non è stato colpito dal tornado, a parte l’istituto di credito emiliano. Di più: la Lombardia, la nostra Lombardia, non è stata coinvolta in alcun modo perché tutto è avvenuto sotto la linea del Po.

EVITIAMO, quindi, di fare di ogni erba un fascio, tenendo anche conto che i recenti esami europei hanno promosso a pieni voti le banche della regione attribuendo loro livelli di eccellenza. Per dovere di cronaca, non dobbiamo, poi, confondere i risparmiatori, la stragrande maggioranza dei signor Rossi d’Italia che hanno i conti correnti e i libretti magari ad interesse zero, dagli investitori che, in molti casi, diventano anche speculatori. È evidente che chi rischia di più guadagna di più, ma è altrettanto vero il contrario in caso di insolvenza delle banche, perché nessuno regala niente a nessuno.

INSOMMA, le principali vittime dei quattro crac sono stati coloro che hanno voluto azzardare troppo: un po’ come succede al casinò quando il banco salta. Il suicidio del pensionato dell’Enel ha particolarmente addolorato tutti gli italiani, ma i giornali debbono anche evitare di generalizzare quel clima di caccia alle streghe a proposito dei banchieri spietati ed aguzzini che danneggia tutto il sistema paese.

DOBBIAMO, infatti, ricordare che proprio nelle ultime settimane erano sbocciati certi germogli di ripresa. Come il quasi raddoppio dei mutui concessi o l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato grazie al Jobs Act, ma ora rischiamo di bruciare tutto, tra paura dei terroristi islamici e psicosi delle banche avide. Già ci sono i kamikaze, non facciamo i masochisti pure noi.

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