CORSI E RICORSI STORICI: aveva ragione Giovambattista Vico. La vita è fatta di parentesi: a volte rosa, a volte grigie, a volte nere, i cosiddetti periodacci. A Mario Monti è capitata proprio la fase della galleria, quando non vedi niente, neppure quella famosa luce in fondo al tunnel. La sua Scelta Civica, tra chi è emigrato nel Pd (ci sono, sempre, Scilipoti di serie A e Scilipoti di serie B…), chi è finito nel gruppo misto, chi si è defilato per sempre, si è davvero sciolta come neve al sole. Al congresso del partito, dove segretario è diventato il signor Carneade, il professor Mario, che oggi è stato soprannominato “wanted”, non si è fatto neppure vedere. E pensare che, neppure quattro anni fa, quando Napolitano lo nominò senatore a vita e lo innalzò a Palazzo Chigi al posto di Berlusconi, sembrava proprio il candidato ideale per succedere all’allora inquilino del Quirinale. Invece Mattarella è salito sul Colle, mentre il bocconiano è caduto in un pozzo senza fondo. L’uomo in loden che veniva chiamato Supermario, probabilmente,  ornerà ad essere quello che ho conosciuto io, tanti anni fa. Abitavo, infatti, vicino a Monti, a Milano, e certe sere, quando tornavo a casa dal giornale, lo vedevo che faceva fare la pipì al cane nelle aiuole davanti al suo palazzo. Tra un cespuglio e l’altro, mi è, così, capitato di parlare con lui di economia e di speranze (allora tante…) sul futuro dell’Italia. Oggi non abito più là, ma sono sicuro che, se una sera dovessi tornare nel quartiere Frua, incontrerei Mario Monti ai giardinetti. [email protected]