IL MINISTRO dell’Ambiente, Gianluca Galletti, è un bolognese doc. Figlio di un vecchio democristiano dei tempi della grande Dc, di De Gasperi, Fanfani e Moro, è stato sempre il numero uno dei “casiniani boys” , cresciuto all’ombra di Pierferdinando. Titolare, assieme al fratello, di un noto studio di commercialisti, si è occupato molto bene di numeri da quando entrò a far parte della giunta Guazzaloca che, per la prima e peraltro unica volta, è riuscita a scalfire il monopolio “rosso” nella città dei tortellini. Dopo personaggi come Dozza, Zangheri e Imbeni, l’uomo dei filetti aveva portato aria nuova nella cappa che avvolgeva il capoluogo emiliano grazie anche a quel giovane assessore al Bilancio dal cognome così ruspante. Badando ai numeri, il commercialista prestato alla politica non è stato una meteora come molti suoi colleghi ed è rimasto sulla breccia tanto che, pur non essendo stato eletto nell’ultima legislatura, si è ritrovato nel governo, prima sottosegretario con Enrico Letta, poi addirittura ministro, nel nuovo esecutivo messo su da Renzi con il famoso blitz.

ALL’ULTIMO dei mohicani democristiani è stato però rifilato un ministero non particolarmente ambito, fino a ieri un po’ di serie B, dai tempi di Berlusconi che l’aveva anche affidato a Stefania Prestigiacomo e a Michela Brambilla. Molti si sono chiesti cosa c’entrasse un uomo esperto di bilanci con i problemi legati al clima ma, tant’è, meglio di niente, anche quel dicastero faceva brodo per un ex-giovane considerato da qualcuno un sopravvissuto al declino della vecchia Dc. Il problema è che Galletti non ha fatto i conti con lo smog e con le polveri sottili e oggi si trova, così, al centro di un’emergenza diventata, per certi versi, addirittura prioritaria rispetto agli altri nodi intricati che il governo dovrà sciogliere. In questi giorni, l’Italia è stata costretta a tornare indietro di trent’anni, ai tempi delle domeniche a piedi e delle targhe alterne, con l’aggravante che adesso le domeniche, almeno a Milano, sono diventate il lunedì, il martedì e pure il mercoledì. Una situazione così grave da costringere il ministro a convocare, a tempi ormai scaduti, una conferenza dei presidenti delle Regioni alla vigilia di San Silvestro. Ho la netta sensazione che, oggi, Gianluca rimpianga un po’ i giorni in cui compilava le dichiarazioni dei redditi: per lui, rischiano di diventare dichiarazioni di resa. Nostalgia del 740? [email protected]