SE FOSSI in Matteo Renzi, sarei lievemente arrabbiato. Se non di più. A leggere i giornali, si apprende che il sindaco di Firenze è soddisfatto per l’incarico assegnato al “caro amico Enrico” e, agli amici toscani, ricorda che la “Letta via” aprirà una bella partita con nuove prospettive anche per il Pd. Tutto bene. Matteo si dimentica, però, di aggiungere che Enrico ha solo pochi anni d’età più di lui, e che, comunque, è stato il vice del “nemico” Bersani. Nei panni di Renzi mi chiederei: ma come? Ho girato in lungo e in largo per l’Italia, ho fatto il Rottamatore e, poi, alla fine il Rottamato sono io, nel senso che a Palazzo Chigi ci va un quasi coetaneo? Mi porrei, poi, domande sul bisogno di ringiovanire a tutti i costi la lista dei papabili perché, nel toto-ministri, ci sono nomi che mi lasciano di sasso, avendo visto il loro modo di lavorare nella precedente legislatura. E se rottamassimo anche alcune amazzoni e qualche quarantenne in carriera?