I capponi di Renzi

SONO TRASCORSE TRE settimane dal 15 maggio: quel giorno lo sceriffo Raffaele Cantone chiese, a chiare lettere, in un’intervista al “Giorno”, pieni poteri per fare pulizia sugli appalti di Expo, diventati enormi macigni sui 300 giorni che ci separano da quello che doveva essere lo spettacolo più bello del mondo. “Non vado a Milano per […]

SONO TRASCORSE TRE settimane dal 15 maggio: quel giorno lo sceriffo Raffaele Cantone chiese, a chiare lettere, in un’intervista al “Giorno”, pieni poteri per fare pulizia sugli appalti di Expo, diventati enormi macigni sui 300 giorni che ci separano da quello che doveva essere lo spettacolo più bello del mondo. “Non vado a Milano per fare il turista!”, precisò, in quell’occasione, Cantone: da allora staziona, nei dintorni della Madonnina, con la valigia in mano, in attesa che il governo chiarisca meglio il suo ruolo. Pensavamo che, in pochi giorni, considerando l’emergenza e le opere in ritardo, poteri e compiti del capo dei “controller” sarebbero stati definiti. Però il tempo passa e tutto resta ancora nel vago: se ne riparlerà, forse, venerdì prossimo. Il premier Renzi era stato chiaro: al Forum del Quotidiano Nazionale, il 23 maggio, gli chiesi quando lo sceriffo avrebbe avuto la pistola carica e il sindaco d’Italia mi aveva sillabato: “Subito dopo le elezioni!”. Sono trascorsi ormai quindici giorni dal voto, ma quell’annuncio così categorico è rimasto lettera morta e le benedette competenze diventano sempre più un’araba fenice mentre la data del 1° maggio 2015 continua ad avvicinarsi inesorabilmente.

NEL FRATTEMPO, è scoppiato lo scandalo Mose e la questione appalti/tangenti è diventata ancor più devastante. Il Consiglio dei ministri di venerdì, a dispetto delle tante e ripetute anticipazioni, è filato via senza varare alcunché. Cosa sta succedendo? Qualcuno sussurra che, su questi benedetti poteri, gli uomini di Renzi si stiano beccando come i classici capponi manzoniani. Il senatore Massimo Mucchetti del Pd, ipotizza anche posizioni diverse tra Renzi e Cantone: secondo Matteo, lo sceriffo basta e avanza, l’altro, invece, vuole una squadra. Per non parlare dei capponi lombardi, con Maroni sempre più in rotta di collisione con il commissario Giuseppe Sala, ancora seduto su una poltrona decisamente traballante. Il governatore della Lombardia, fa giustamente la voce grossa con il governo, chiedendo – l’ha seguito anche il sindaco di Milano, Pisapia -, poteri veri per Cantone, perché i lavori di allestimento dei vari padiglioni non rispettano più la tabella di marcia. Bobo ha messo la sua faccia sulla grande vetrina del 2015 che dovrebbe attrarre venti milioni di turisti, o giù di lì, da queste parti: adesso non vuole affogare e portare a fondo con sè un’intera regione, un tempo famosa per l’efficienza. Al di là di certi conflitti personali, non riesco a comprendere quali siano i veri motivi di questo incomprensibile ritardo. Perché si nomina lo sceriffo all’indomani degli arresti eccellenti di Milano e poi lo si lascia con il cerino in mano? Se non ci fosse di mezzo l’immagine dell’Italia, ulteriormente compromessa da quest’ultima ondata di fango con diramazione Venezia, verrebbe quasi da pensare che ci sia qualcuno intenzionato a boicottare il prossimo Expo. Insomma, non è partita sotto i migliori auspici quest’Esposizione Universale che avrebbe dovuto moltiplicare i fasti di quella del 1906. Dopo le iniziali polemiche sui primi passi della grande rassegna, con dimissioni a raffica, fughe in avanti e tante retromarce, il clima sembrava più sereno e i milanesi avevano cominciato a sperare che la manifestazione avesse imboccato la strada giusta. Ci hanno pensato i Greganti e i Frigerio a svegliarci dal bel sogno: la kermesse è di nuovo in alto mare e ben poco si fa per approdare a un porto sicuro. Purtroppo, poi, è l’Italia intera a essere messa alla berlina. Nessuno, infatti, intende più affidarci l’organizzazione di manifestazioni internazionali. Giovedì scorso la delegazione italiana, guidata addirittura dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, era volata in pompa magna in Spagna per ottenere il “placet” a ospitare i campionati mondiali invernali del 2019 a Cortina. Eravamo, nettamente, favoriti, ma, allo scrutinio, siamo stati superati, per un solo voto, da una sconosciuta cittadina svedese, Are. Datevi da soli la risposta.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net