IERI NOTTE ho fatto un sogno: che la Germania era uscita dall’euro e tutti eravamo felici econtenti.Unsogno irrealizzabile,certo,ma, all’indomani, mi sentivo un po’ più ottimista sulnostro futuro. In effetti, in questesettimane, abbiamo continuato a porci l’amletico dubbio: Grexit o non Grexit? Chi tifava per Atene,chisosteneva, invece, le tesidell’Europa capeggiata dall’inflessibile frau Merkel. Ma la maggioranza era certamente dalla parte dei più deboli. Anche perché chi è senza una lira, pardon euro, per definizione ha sempre torto. Sappiamo tutti che il quasi default greco finirà per pesare ancora sulle nostre tasche e ne avremmo fatto volentieri a meno,ma,sull’altropiattodella bilancia,crediamochesiauneufemismoconsiderare i falchi tedeschinostripartner.ChebenedettaEuropa è questa Europa 2015? Qualcuno potrebbe anche chiedersi come sia possibile  che il popolo greco prima dica “no” al referendum e che, subito dopo, la Ue, con il coltello per il manico (leggi: debiti di Atene), non tenga asssolutamente conto del voto popolare. È vero, non è neppure molto apprezzabile il comportamento di Tsipras che ha indetto una consultazione referendaria per chiedere  il disco rosso del popolo greco (una vittoria per il governo ellenico) ma, in seguito, ha accettato troppo supinamente tutti i“diktat” dell’Europa forte.Èstata laconferma chechi sta affogando, per giunta con una pietra al collo, finisce per dibattersi affannosamente e senza alcun raziocinio. Proprio per questi motivi, i greci possono essere giustificati ma non i falchi di Berlino. Che Europa sarebbe, quindi, senza la Germania? Non lo so, ma a me non dispiacerebbe. [email protected]