Grillo visto da Pontiggia

L’altro giorno, rileggendo un vecchio libro del 2002 di Giuseppe Pontiggia (“Prima persona”, Mondadori), ho riscoperto una gustosa pagina che il grande scrittore dedica a Beppe Grillo. Considerata la situazione attuale con gli insulti a Napolitano, a colleghi della carta stampata e, in fondo, a chiunque non faccia parte della ristretta casta dei grillini, preferisco raccontarvi […]

L’altro giorno, rileggendo un vecchio libro del 2002 di Giuseppe Pontiggia (“Prima persona”, Mondadori), ho riscoperto una gustosa pagina che il grande scrittore dedica a Beppe Grillo. Considerata la situazione attuale con gli insulti a Napolitano, a colleghi della carta stampata e, in fondo, a chiunque non faccia parte della ristretta casta dei grillini, preferisco raccontarvi questa garbata storia di qualche anno fa. Dunque Pontiggia incontra il comico ligure in una pizzeria, al termine di uno spettacolo. I due si mettono a parlare e lo scrittore racconta a Beppe che lo ha particolarmente colpito la differenza linguistica tra un acquirente milanese e uno genovese, rinomato per la proverbiale parsimonia. Il lumbard, quando entra in un negozio, guarda attentamente la merce, sceglie e poi, al momento di pagare, dice: “Quanto le devo?”. Il genovese fa altrettanto, impiegando ovviamente più tempo, e poi chiede al negoziante:“ Quanto mi prende?”. Grillo apprezza molto l’aneddoto di Pontiggia e gli chiede di poterlo utilizzare in uno sketch, citando la fonte. Cosa che puntualmente avviene. La conclusione dello scrittore è perentoria: “…in un Paese di comici involontari, tra le persone affidabili ci sono i comici di professione”. Giusto, a patto però, aggiungo io, che anche i comici di professione non si mettano, poi, a fare i politici…

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net