Gli ombelichi di Matteo

ROBERTO GERVASO mi ha definito “il tortellinaro”, centrando in pieno la mia debolezza: mi piacciono molto i tortellini in brodo. Se non avessi problemi di peso, li mangerei a pranzo e a cena e, certe volte, anche a colazione, con il caffelatte. E, una volta, sono stato pure proclamato l’oste dell’anno a Castelfranco Emilia, patria […]

ROBERTO GERVASO mi ha definito “il tortellinaro”, centrando in pieno la mia debolezza: mi piacciono molto i tortellini in brodo. Se non avessi problemi di peso, li mangerei a pranzo e a cena e, certe volte, anche a colazione, con il caffelatte. E, una volta, sono stato pure proclamato l’oste dell’anno a Castelfranco Emilia, patria degli ombelichi di Venere. Grande, quindi, la mia gioia quando, l’altra sera, Bruno Vespa ha servito a Renzi, nel corso di “Porta a porta”, un bella scodella di tortellini, particolarmente fumanti nell’improvviso caldo settembrino. Era, ovviamente, il suggello all’accordo del tortellino firmato, l’altro giorno, alla Festa dell’Unità di Bologna, tra i leader della sinistra europea. È ovvio che il piatto offerto al premier ha ricordato a molti un’altra specialità di “Porta a porta”, quel risotto con i funghi cucinato da Massimo D’Alema, mai troppo tenero con Matteo, in diretta televisiva con lo chef Gianfranco Vissani.
COLTO  da un raptus dovuto al digiuno prolungato di tortellini, ho chiamato Vespa e gli ho chiesto come fosse mai possibile che un abruzzese doc, Bruno per l’appunto, avesse deciso di convertirsi ad un piatto tipicamente emiliano con la variante romagnola dei cappelletti. Mi ha confessato che anche lui è un acceso “fan” dei famosi ombelichi che, a casa Vespa, quando possono, fanno in brodo. Mi ha anche chiesto l’indirizzo di qualche locale, tra Roma, Bologna e Milano, specializzato in materia. Con un po’ di circospezione, gli ho fornito l’elenco. Adesso lo ammetto: da martedì sera, Renzi mi è un po’ più simpatico.
giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net