Gli occhiali di Gandhi

Ieri ho visto Milano dall’alto, con gli occhiali del mahatma Gandhi, il predicatore della tolleranza e della non violenza, sul naso. Mi trovavo al trentunesimo piano del vecchio e bellissimo Pirellone e, per alcuni minuti, ho potuto inforcare gli occhialini autentici del padre spirituale dell’India moderna. Lui era magrissimo e minuto e quei piccoli occhiali […]

Ieri ho visto Milano dall’alto, con gli occhiali del mahatma Gandhi, il predicatore della tolleranza e della non violenza, sul naso.

Mi trovavo al trentunesimo piano del vecchio e bellissimo Pirellone e, per alcuni minuti, ho potuto inforcare gli occhialini autentici del padre spirituale dell’India moderna. Lui era magrissimo e minuto e quei piccoli occhiali sul mio faccione mi hanno trasportato lontano verso un mondo migliore. Sono stato molto contento di avere accettato l’invito del consigliere lombardo Tizzoni che mi ha convocato, insieme a tanti altri, per un gesto di solidarietà nei confronti dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, arrestati in India il 19 febbraio 2012, più di tre anni fa, e ancora in attesa di giudizio.

Il mondo visto da Gandhi diventerà una mostra nella sede della Regione dal prossimo giovedì, per poi affrontare un “tour” in tutta la Lombardia: una buona occasione per riflettere sull’incredibile vicenda dei nostri fucilieri e per far sì che gli italiani non dimentichino. Abbiamo dato l’impressione di non sapere difendere adeguatamente i nostri militari, ma anche le autorità di New Delhi si sono dimostrate poco flessibili e molto distanti dagli insegnamenti del loro grande guru.

Non nascondo di avere provato una certa emozione a indossare, per un attimo, quegli occhialini così leggeri e flessibili che pareva di non averli addosso. Il mahatma era un uomo mite, ma molto forte e risoluto nel portare avanti le sue idee. Speriamo, adesso, che una maggiore determinazione, unita alla mitezza del dialogo da parte delle autorità italiane (e l’ambasciatore in India, Mancini, è la persona giusta per difendere le nostre istanze) servano davvero a mettere la parola “fine” a questa vicenda. Gandhi sarebbe d’accordo con noi. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net