Tanti anni fa scrissi un libro, con Paolo Mazzanti, dal titolo significativo: “Eredi”. Intervistavamo i giovani rampolli delle grandi dinastie industriali destinati a crescere e ad assumere il controllo delle rispettive aziende. Come si preparavano a compiere il grande salto? Facendo all’inizio la gavetta, magari come operai, nelle sostituzioni estive in fabbrica, come successe ad un giovane Agnelli, in modo da forgiare davvero il proprio carattere. Molti dicevano che non c’era un diritto divino che garantisse la successione: solo i principi delle vecchie monarchie erano garantiti al cento per cento e qualcuno prendeva ad esempio i longobardi dove, per aspirare al trono dei padri, i giovani principi dovevano dimostrare le loro capacità a prescindere dal sangue reale.

Oggi, alla faccia del nepotismo, sono soprattutto i politici che si tramandano il potere, o presunto tale, di padre in figlio. Scopriamo, così, che solo in Campania, nel nuovo consiglio regionale ci sono Armando Cesaro, il più votato di Forza Italia, che è figlio di Gigino, parlamentare azzurro e già presidente della Provincia di Napoli e Gianpiero Zinzi, erede di Mimì, presidente della Provincia di Caserta. Sul fronte della sinistra, entrano Enza Amato, figlia di Antonio, che è stato assessore comunale del capoluogo, e Carmela Fiola, figlia di un altro consigliere comunale, Ciro. Di questo passo, i nuovi politici di sangue blu seguiranno corsi speciali «ad usum delphini» per occupare poltrone fin da ragazzi: gli eredi scugnizzi.

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