LA DOMANDA me l’ero già posta un paio di anni fa: per quale motivo Ferragosto, considerato il giorno più caldo dell’estate, è in realtà sempre polare sul fronte finanziario? Se ci pensate bene, a metà agosto succede sempre di tutto e il classico “tutti al mare” non vale mai per le Borse e i mercati finanziari che, con il solleone, vanno regolarmente in fibrillazione. Come non ricordare, in particolare, il drammatico Ferragosto del 2011? Allora deflagrò la bomba dello spread, il differenziale tra i titoli italiani e i bund tedeschi, che schizzò a quota 500 costringendo il governo Berlusconi ad arrendersi alle poco sotterranee pressioni europee nel novembre successivo. Anche in questi giorni è in atto una guerra delle valute: questa volta l’emergenza è, però, planetaria con la terza svalutazione, in pochi giorni, dello yuan cinese che ha provocato le montagne russe nelle Borse di tutto il mondo.

ANCHE se i ritocchi verso il basso della moneta di Pechino non sono stati rilevanti, tanto che qualche osservatore parla di un semplice riallineamento della moneta al dollaro e alle altre valute, il campanello d’allarme è particolarmente forte: si tratta, pur sempre, della seconda economia al mondo e la manovra potrebbe essere un tentativo di rilanciare le esportazioni cinesi in forte calo. Senza contare che, finora, non c’era stato un vero pericolo giallo, anzi, l’Oriente veniva considerato come un favoloso mercato per i lussuosi prodotti occidentali. In Europa (e non solo) tutti toccano ora ferro: se la sindrome cinese dovesse allargarsi a macchia d’olio, saranno dolori per tutti. A PROPOSITO di dolori: anche ad Atene i colpi di scena non finiscono mai e, proprio alla vigilia di Ferragosto, c’è stato il varo dell’ennesimo prestito con il solito scontro tra Bruxelles e Berlino: da una parte la Ue e dall’altra i tedeschi che, più degli altri partner, continuano a fare le pulci agli aiuti, nonostante le lezioni degli ultimi mesi. SE, A QUESTO QUADRO non certo idilliaco, aggiungiamo, poi, i problemi italiani con il governo Renzi che si è oggettivamente indebolito rispetto ad un anno fa e con una ripresa che resta ancora nelle buone intenzioni, ecco, allora, disegnarsi uno scenario di mezz’estate che appare più che mai complesso con i soliti nodi che nessuno riesce a sbrogliare. Non voglio, però, essere troppo pessimista e rovinare la festa ai tanti lettori del Giorno che si godono qualche meritato giorno di riposo: buon Ferragosto a tutti voi, in qualche modo ce la caveremo. Siamo o no italiani? [email protected]