PRIMA di tutto una forte emozione, perché essere eletto nel Consiglio di amministrazione della Rai è un grande riconoscimento e un onore inimmaginabile per un vecchio ragazzo di Forlì che vive di giornalismo. E poco importano, oggi, almeno per me, le infinite polemiche che gravano, come una nube, sull’ente radiotelevisivo pubblico, inevitabili dato il ruolo centrale della Rai nel mondo dell’informazione e della politica. Oggi voglio solo essere felice anche se mi sento soprattutto tramortito. Poi avverto l’enorme responsabilità e le tante speranze perché si verifichi veramente un salto di qualità: sarò capace di fare qualcosa di buono? Non lo so, ma cercherò di mettercela tutta perché credo che la Rai abbia bisogno di essere sempre più al passo con i tempi. Ho visto da vicino il cavallo di Viale Mazzini quando, come parlamentare, ho fatto parte della commissione bicamerale di Vigilanza. In quella veste, mi sono reso conto, ma solo da lontano, di quanto grandi siano i problemi del colosso di Stato e allora, dissi che mi sarebbe piaciuta molto un’esperienza più giornalistica che manageriale dall’altra parte della barricata. Qualcuno ha creduto in me ed ora sono pronto per fare qualcosa di positivo. Ho già un grande vantaggio rispetto al passato: il Cda che è stato appena eletto, al di là delle solite alchimie lottizzatrici, è composto da bravi addetti ai lavori del mondo dell’informazione e potrà, quindi, procedere al meglio. Almeno lo spero. Senza tanti sogni pindarici, mi auguro davvero che, dopo le nomine di oggi, si possa parlare subito di contenuti e di programmi, a cominciare dai talk show, troppo spesso ancorati a vecchie formule. Quando, qualche settimana fa, scrissi a proposito della riforma Rai adesso approvata dal Senato, sottolineai la necessità di una maggiore integrazione tra televisione ed Internet, in modo da proiettare la Rai verso il futuro. Un ente, cioè ancora pubblico, ma in grado di reggersi sulle proprie gambe. E, in tal senso, è molto importante che si arrivi ad ottenere l’equazione tra un minor canone per tutti e una minore evasione complessiva. Magari, un giorno, ci riusciremo. ALLA fine, un piccolo ricordo personale: quando ero bambino, la televisione era considerato un bene di lusso e, con i miei genitori, ogni giovedì sera andavo a vedere, a casa di amici che avevano la fortuna di possedere il piccolo schermo, ‘Lascia o raddoppia’ di Mike Bongiorno. Ho ancora presente la felicità che provavo assistendo allo show televisivo. Vorrei tanto che la Rai del futuro tornasse a farmi rivivere lo stupore di tanti anni fa.