AVETE PRESENTE quelle zattere in mezzo al mare alle quali i naufraghi si aggrappano, disperati, come estrema possibilità di salvezza? L’Expo 2015 sta diventando per Milano e per tutta l’Italia proprio come una specie di ultimo approdo. Se fai quattro passi sotto la Madonnina, ti senti dire, infatti, che c’è la Grande Depressione, ma che noi abbiamo l’Expo. Che diventa anche un “refugium peccatorum” anche per tutta l’Europa. Qualche esempio? Vai dal console svizzero a Milano e ti risponde che hanno investito un bel po’ di franchi nella manifestazione perché credono nel suo effetto scaccia-crisi. Vai dal console francese e ti sottolinea che la scommessa deve essere vincente. Patrizia Signorini, vice-decana del corpo consolare milanese e console di Lettonia, confessa che persino a Riga ci guardano con molto interesse.

LO SAPPIAMO: capita spesso, in tempi d’emergenza, di attaccarci a tutto ciò che serve per risollevarci. L’Expo è più che una speranza e, agli occhi di molti, anche sul fronte dell’occuppazione che può assorbire, è diventata la carta in grado di far saltare il banco a favore di tutti, lombardi in primis. Gli addetti ai lavori mi confermano, però, che ci sono ritardi nella tabella di marcia e, a questo punto, non possiamo più consentirci altri errori o contrattempi: da settembre si fa sul serio. Se è vero che il conto alla rovescia è già iniziato, i giochi non sono ancora fatti.
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