E’ farina del nostro sacco

CERTE VOLTE, i giornalisti sottovalutano il loro ruolo, ma quando una campagna di stampa si basa su dati oggettivi e inoppugnabili, qualche risultato riusciamo ancora ad ottenerlo. Vi ricordate l’editoriale del “Giorno” di domenica scorsa? Ero intervenuto sul caso di Magdi Allam, accusato dal consiglio disciplinare dell’Ordine nazionale dei giornalisti  di islamofobia, ma avevo preso anche le difese […]

CERTE VOLTE, i giornalisti sottovalutano il loro ruolo, ma quando una campagna di stampa si basa su dati oggettivi e inoppugnabili, qualche risultato riusciamo ancora ad ottenerlo. Vi ricordate l’editoriale del “Giorno” di domenica scorsa? Ero intervenuto sul caso di Magdi Allam, accusato dal consiglio disciplinare dell’Ordine nazionale dei giornalisti  di islamofobia, ma avevo preso anche le difese di Renato Farina, conosciuto anche come agente Betulla, che da otto anni, per quella storia, è fuori dalla professione. In particolare, avevo scritto che Farina aveva espiato le sue colpe ed era giusto riabilitarlo e consentirgli di lavorare. Ieri il collega mi ha telefonato per darmi la buona novella: l’Ordine della Lombardia, all’unanimità, l’ha rimesso in pista. Debbo, a questo punto, dare atto al Consiglio regionale della Lombardia della sensibilità dimostrata nel reintegro del giornalista: non so quanto abbia pesato sulla decisione la posizione del “Giorno”, ma la decisione adottata ci fa davvero piacere.

E ORA tocca al Consiglio disciplinare di Roma: le ultime vicende della Jihad, con la decapitazione   del secondo giornalista americano, Steven Sotloff, dimostrano che non è assolutamente possibile abbassare la guardia: in Siria tagliano la testa ai reporter occidentali e noi ci preoccupiamo dell’islamofobia di Magdi Allam.  Quando si dice: due pesi e due misure…

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net