NON È MAI troppo tardi. Dopo un’attesa di molti anni e decine e decine di articoli, è cominciato il “rush” finale per mettere la definitiva parola fine alle Province anche se, poi, ci saranno le nove città metropolitane. Un successo del premier Renzi ma anche noi vediamo, in parte, realizzati quegli obiettivi che abbiamo, finora invano, perseguito dalle colonne del giornale.

SIAMO PURE soddisfatti per l’imminente abolizione del Cnel, un’altra battaglia, fino a ieri, considerata persa dal sottoscritto. Oggi posso, finalmente, dire che era giusto battersi per questi risparmi, forse piccoli nella voragine degli sprechi, che danno, però, l’idea precisa che, questa volta, si sta, davvero, voltando pagina.

L’ITER della soppressione delle Province sarà ancora lungo perché, per cancellarle in modo completo, ci vorrà la riforma del Titolo V della Costituzione, ma, intanto, si è mosso qualcosa. Scrivevo lo scorso 28 settembre a proposito delle Province: «Un passo avanti e due indietro… Beati gli inglesi che sono ancora in grado di contare sull’ordine della Giarrettiera. A noi italiani invece – tra tagli che vengono rinviati e tagli che non si faranno mai -, non resta nulla. Neppure le mutande». E, adesso, tocca anche al Cnel.
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