L’ESOTISMO (con la “esse”, non con la “erre”) è un concetto relativo: dipende dall’angolo di visuale da cui guardi. Scopri, così, che la cinematografia indiana, internazionalmente nota come Bollywood, in grado, oggi, di scavalcare Hollywood (Bombay ha prodotto, lo scorso anno, 1.180 lungometraggi contro i 630 americani), ha scelto l’Italia, e in particolare la Lombardia, per girare scene di film che loro considerano esotiche. E nella stagione dei monsoni, tra giugno e settembre, le troupe di Bombay si sono trasferite dalle nostre parti per ambientare parte dei loro nuovi prodotti. Teatri dei “ciak made in India” sono, soprattutto, Piazza del Duomo a Milano, la Fiera, il grattacielo della Regione, il lago di Como e la piazza di Vigevano. Anche in vista di Expo 2015, Bollywood diventa, dunque, un ottimo lasciapassare per scoprire gli angoli migliori della regione: tutto fa brodo in vista della grande kermesse internazionale. Lo sbarco (cinematografico) indiano è, forse, anche il modo migliore per recuperare l’antico rapporto tra i due Paesi che si è indubbiamente raffreddato per la vicenda dei marò ora bloccati nella nostra ambasciata. A un amico creativo, lontano anni luce dal politicamente corretto, è venuta in mente l’idea di un futuro scambio tra una troupe di Bollywood, tenuta in ostaggio da qualche battagliero xenofobo, con Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. È soltanto uno scherzo (di pessimo gusto), ma dovremmo, piuttosto, sperare che, una volta chiarita la vicenda dei due fucilieri, un regista di Bombay si decida a girare un bel film sull’argomento. Magari in Italia, nell’esotica Milano. g[email protected]