Un giorno, Tonino Guerra mi parlò a lungo, nel giardino della sua casa di Pennabilli, dell’amico Federico Fellini. Attraverso le parole del “poveta” (poeta con la “v”, come si dice in Romagna) entrai nel mondo del regista riminese anche se non ho mai avuto la fortuna di avvicinarlo. Se su “Amarcord” conosco quasi ogni dettaglio, grazie a Tonino che era stato sceneggiatore del film, anche della “Dolce Vita” Guerra mi fece partecipe di qualche gustoso retroscena. L’idea venne a Fellini dopo il famoso spogliarello di Aiché Nanà, la ballerina di origine turca che è morta l’altro giorno, a quasi 80 anni d’età. Ho rivisto le fotografie di quello sconvolgente “strip-tease” del 1958, più di mezzo secolo fa, al “Rugantino” di via Veneto, che fu come un terremoto nella puritana Roma del dopoguerra. Anche se aveva mutandine castigatissime, Aiché Nanà, con quelle foto un po’ osé, alimentò pensieri peccaminosi nei ragazzini d’allora (sottoscritto compreso) e dette il via alla Dolce Vita romana. Quella stagione – con il bel mondo dello spettacolo e della nobiltà in passerella e tanti spettatori interessati, i paparazzi – fece molto scandalo e gli strali dei codini del tempo sono un lontano ricordo che, di fronte al clima della crisi attuale, crea una certa nostalgia. La notizia della scomparsa dell’ex ballerina turca provoca, però, anche tanta malinconia in quelli che erano i ragazzini d’allora. Quegli adolescenti di una volta che, sulle foto del Rugantino, hanno costruito i loro sogni erotici e che oggi si rendono conto che tutto è passato. E non solo la Dolce Vita.

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