A dispetto dell’Expo, che non sta dando i risultati sperati alla vigilia, sia come numero di visitatori sia come immagine della città nel mondo, sono sempre più convinto che la metropoli lombarda stia oggi vivendo un periodo spumeggiante e di incoraggiante rinascita, al contrario di quanto, invece, succede altrove. È il caso di Roma, un tempo caput mundi, mentre oggi sembra avviata, inesorabilmente, sul viale del tramonto, più simile a una città del Terzo Mondo: adesso gli amministratori litigano persino sull’opportunità di togliere i numeri romani dalla toponomastica delle strade.

È tale la caduta dell’Urbe del sindaco Marino, tra mazzette, inchieste giudiziarie, scioperi dei trasporti e odissea dei passeggeri nella canicola, che il “New York Times” le ha dedicato, addirittura, un pezzo in prima pagina e il principale quotidiano romano ha ieri titolato “Degrado Capitale”. Non sempre mal comune è mezzo gaudio, ma, in questo caso, mi sembra che il disastro sia solo capitolino, mentre la città della Madonnina si sta confermando la vera capitale d’Italia. Basta confrontare quanto sta succedendo, in questi giorni di solleone, nella metropolitana e negli autobus di Roma con la buona regolarità dei mezzi pubblici milanesi, traffico permettendo.

Ovviamente, parliamo del capoluogo perché, se allarghiamo lo sguardo alla Lombardia intera, sono dolori anche per noi e non solo per i controllori. A parte qualche episodio da Far-West, qui le cose funzionano da paese civile. Non dobbiamo, però, neppure cullarci troppo sugli allori perché, in novembre, con la fine dell’Expo, ci sarà, comunque, il rischio di un certo riflusso pure nella metropoli meneghina. Cominciamo, quindi, a pensare seriamente al “dopo”. Dal futuro del sito di Rho-Pero alle elezioni comunali del 2016, non dobbiamo perdere davvero una mossa: cin-cin Milano.

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