CI SIAMO sempre battuti contro i privilegi della Casta e le spese pazze a carico dello Stato. Anni e anni di sprechi che hanno trasformato il settore pubblico in una specie di pozzo di San Patrizio: tante voragini e un debito a livello record. Ma noi italiani siamo sempre bravi anche a salire sul carro dei vincitori annusando al volo il vento che cambia. Così, oggi, la demagogia ha cambiato senso di marcia: se prima si dilapidava a più non posso, e c’era sempre una scusa per giustificare la spesa facile, adesso si taglia forse anche dove non si dovrebbe. Prendete il caso dei palazzi di Giustizia: sull’onda delle forbici a go go, tanti sono stati eliminati senza pietà e ora ci sono sedi giudiziarie, come Crema, che chiedono di non essere accorpate. Per non parlare delle Province che sono state chiuse senza prevedere il trasferimento del personale in servizio in modo ragionato e completo. Se il Palazzo deve essere sobrio e austero, evitiamo, per carità, che crolli dalle fondamenta: nell’apparato statale non tutto è superfluo. È pure sbagliato pensare che, per trovare il candidato sindaco ideale, bisogna per forza ricorrere alla società civile: fino a prova contraria, ci sono ancora uomini politici di valore che non debbono essere additati al pubblico ludibrio. [email protected]