RIVEDO il ministro per l’Integrazione Kyenge dopo il famoso dibattito della scorsa estate, a Cervia, con contorno di banane lanciate sul palco al suo indirizzo che hanno finito per sfiorare il moderatore, cioé il sottoscritto. Ieri, a Milano, ci siamo di nuovo confrontati durante un convegno sui media e l’immigrazione. Cécile ha ricordato in pubblico quella clamorosa contestazione chiedendosi, ironicamente, chi, alla fine, sia davvero scivolato sulla buccia di banana.

UN FATTO è, comunque, certo: non ci sono soltanto gli errori della politica perché anche molti giornali, spesso e volentieri, evitano di approfondire tanti aspetti dell’emergenza – immigrazione, rifugiandosi in una facile superficialità senza verificare i moltissimi problemi sul tappeto. Finiscono, così, per offrire ai propri lettori punti di vista poco ragionati e approfonditi. Quando, poi, succedono tragedie come quelle che sono accadute, nelle ultime settimane, a Lampedusa, ecco che i mass-media accendono i riflettori per poi spegnerli subito dopo e ritornare alla solita “routine”, dimenticando le vittime che ritornano nell’ombra. Salvo incattivarsi, in altri casi, sugli extra-comunitari generalizzando le responsabilità e facendo di ogni erba un fascio, come è successo nella vicenda di Milano del sanguinoso raid di Kabobo. Due mondi che non comunicano e sono impermeabili. Ecco perché è importante che ci siano più canali di informazione reciproca ed è positivo il fatto che sia stata ufficialmente inaugurata “All Tv”, la prima piattaforma multimediale e televisiva gestita da giornalisti stranieri, ma già italianizzati. Per integrarci, c’è, infatti, un’unica possibilità: imparare a conoscerci meglio con il dialogo e il rispetto delle regole della civile convivenza.
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