FORTI CON I DEBOLI, deboli con i forti. È così che agisce questa Europa mediocre e scolorita, ma anche i politici di casa nostra non scherzano: avrebbero avuto tutti gli interessi a criticare la Merkel che continua a rispondere “nein” alle richieste dei greci di tagliare il debito e, invece, almeno fino ad ora, se ne sono stati ben zitti. Atene, a prescindere dai governi in carica – sinistra o non sinistra fa lo stesso -, chiede un aiuto massiccio per non restare schiacciata sempre più dalla crisi, ma la cancelliera di ferro e i suoi emissari fanno la voce grossa anche perché la Grecia balla il sirtaki davanti ai suoi giudici in completo isolamento. Nessuno ha, infatti, preso ufficialmente la parte dei cugini ellenici. Eppure, all’indomani del clamoroso successo di Tsipras e della sinistra, Matteo Renzi aveva ricevuto a Roma con entusiasmo il nuovo premier promettendogli grandi scenari, salvo poi smentirsi poco dopo. Posso anche capire l’atteggiamento di Palazzo Chigi: negli ultimi cinque anni, l’Italia, così come gli altri partner, si è quasi dissanguata per aiutare, con risultati fallimentari, gli amici dell’Egeo: c’è un limite a tutto. Per di più il ministro delle Finanze ellenico se ne è uscito con una battuta davvero infelice nei nostri confronti. Ma, intanto, i greci cominciano a cercare alternative e guardano a Mosca (il capo della diplomazia era, ieri, nella capitale russa) e a Pechino. E mi viene anche un dubbio: se l’Europa sta davvero pensando di favorire l’uscita dei greci dall’euro, non è che i prossimi siamo noi? [email protected]