IL GIORNALISTA Massimo Gramellini, che ha il pregio di essere un romagnolo che scrive pane al pane e vino al vino, si è chiesto sulla “Stampa” cosa avrebbe detto il senatore Antonio Razzi, alla notizia che Kim Jong-un, il Maresciallo coreano, ha fatto uccidere a cannonate il suo ministro della Difesa (e poi ci lamentiamo della democrazia in Italia…). Il motivo? Il poveretto si sarebbe addormentato durante una parata militare: morte quanto meno singolare per uno che era a capo della potente macchina bellica del regime. Al collega posso, forse, rispondere io su Razzi: quando, nel settembre dell’anno scorso, chiamai l’esponente di Forza Italia per chiedergli il motivo di quel viaggio in Corea assieme al segretario della Lega Matteo Salvini, ebbi la colorita risposta “Fatti li c… tua!” diventata un cult grazie a Maurizio Crozza e alla sua imitazione del parlamentare abruzzese. Razzi, che prima di approdare a Roma, era stato emigrante in terra elvetica, mi spiegò che la loro era diventata una missione di pace in quella che, molto arditamente, definì’ “la Svizzera asiatica”. Aggiunse che, nell’occasione, aveva addirittura giocato a pallone con Pak Doo Ik, il calciatore che, a proposito di eliminazioni, eliminò clamorosamente l’Italia di Mondino Fabbri ai mondiali del 1966 in Inghilterra. E rivelò pure che l’ex goleador non era affatto un dentista, come avevamo sempre saputo, ma un idraulico. Anche oggi il senatore non ha dubbi: “Con i coreani dobbiamo, comunque, dialogare”. È proprio vero che, alla fine, i Razzi sono meglio delle cannonate e che, forse, certe tragedie non riescono ad essere altro che penosamente ridicole.

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