Mai fidarsi della prima impressione. Debbo confessare che, quando era commissario straordinario di Bologna, ho avuto grande stima di Annamaria Cancellieri. Un prefetto di ferro che sembrava la cancelliera Merkel: in città non cambiava nulla, ma si respirava, finalmente, aria nuova. Poi, quando è diventata ministro dell’Interno nel governo Monti, mi sono domandato cosa ci fosse veramente dietro quella patina di bonarietà. E, quando qualcuno l’ha indicata per il Quirinale, ho pensato che sarebbe stato bello avere una signora sul Colle, ma forse una maggiore cautela nella scelta era auspicabile, visto il drammatico impasse istituzionale in cui ci trovavamo.

Ora, dopo avere letto alcune anticipazioni sul decreto messo in piedi, come Guardasigilli, per risolvere l’emergenza-carceri, sono veramente perplesso. Come affrontare il sovraffollamento degli istituti? Semplice: basta applicare uno sconto alle pene dei detenuti. In un Paese dove un’amnistia, una grazia e un indulto non si negano a nessuno, ecco le condanne con il “bonus” per causa di forza maggiore.