BUONGIORNO L’Expo del futuro

Tra meno di due settimane Milano consegnerà il testimone ad Astana, capitale del Kazakistan e sede della prossima edizione dell’Expo nel 2017. Mai scelta è stata forse più indovinata perché quella città in mezzo al deserto è proiettata verso il futuro più di qualsiasi altro sito nei cinque continenti. Ero stato ad Astana quattro anni […]

Tra meno di due settimane Milano consegnerà il testimone ad Astana, capitale del Kazakistan e sede della prossima edizione dell’Expo nel 2017. Mai scelta è stata forse più indovinata perché quella città in mezzo al deserto è proiettata verso il futuro più di qualsiasi altro sito nei cinque continenti. Ero stato ad Astana quattro anni fa e mi era sembrato di essere in una nuova Silicon Valley.

Il Kazakistan è il vero paese delle contraddizioni: da una parte scenari quasi sahariani, dall’altra palazzi avveniristici, costruzioni faraoniche, città che vanno oltre il Duemila. Prima produttrice al mondo di uranio, tra i “big” dell’estrazione del gas e del petrolio, con una superficie grande come tutta l’Europa occidentale e con appena 16 milioni di abitanti, la nazione kazaka sembra proiettata verso un’altra era: il futuro abita qui.

È vero, ci sono ancora significativi passi da compiere sul piano della democrazia, ma la strada è già segnata. Un’occasione irripetibile, questo passaggio delle consegne, per consentire all’Italia di agganciarsi al treno kazako. Tra l’Eni, che ha avuto un ruolo di primo piano nei giacimenti di Kashagan, e la Dalmine (tubi) che, così come la Salini, ha investito massicciamente nel paese asiatico, per il made in Italy si sono aperte grandi prospettive. Che l’Expo sia il passaporto giusto in grado di schiudere nuovi orizzonti.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net