DI SOLITO, d’estate, il grado di follia raggiunge un alto tasso più che alcolico, ma questo (mezzo) caldo luglio 2013 sta battendo tutti i record, almeno in Lombardia. Ogni giorno c’è qualche episodio che ti lascia un po’ basito. C’è il padre che dà fuoco alla casa, compresi i due figlioletti, per vendicarsi della moglie che, dopo tanti episodi di stalking, non vuole, giustamente, saperne più di lui; c’è l’anziano padre che si schianta al suolo tentando l’evasione dalla prigione impostagli dalla figlia carceriera; c’è il geloso che getta il whisky addosso alla ex e al rivale e poi accende il cerino, c’è la donna trovata morta in casa nella Milano bene. Sono episodi emblematici della pazzia collettiva di questi tempi che fanno riflettere sul degrado – non solo economico – che sta attraversando l’Italia. Il giornalista registra, con sconcerto, tali storiacce di cronaca nera e si chiede dove stiamo precipitando. Anche perché, una volta, il fuoco si usava per fini nobili: è il caso di Jan Palach che diventò un falò a Praga per la libertà del suo paese. Oggi si bruciano, invece, figli e fidanzate come carta straccia.