Basta con le banane, meglio il kiwi

IN QUESTI GIORNI mi sono interrogato spesso sugli strani meccanismi dell’informazione e perché una notizia, piuttosto che un’altra, finisca in prima pagina. Ho scritto tantissimi articoli e tanti libri con alterna fortuna, ma non mi sono mai sentito al top dell’attenzione come venerdì scorso, quando due banane, indirizzate al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, mi […]

IN QUESTI GIORNI mi sono interrogato spesso sugli strani meccanismi dell’informazione e perché una notizia, piuttosto che un’altra, finisca in prima pagina. Ho scritto tantissimi articoli e tanti libri con alterna fortuna, ma non mi sono mai sentito al top dell’attenzione come venerdì scorso, quando due banane, indirizzate al ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, mi hanno sfiorato sul palco di un dibattito Pd a Cervia. Filmati su tutte le tv che mi ritraggono prima e dopo il famigerato lancio, citazioni varie e persino un’intervista sulla Cnn: il gesto stupido e provocatorio (e qui confermo la massima solidarietà alla Kyenge fatta oggetto ieri sera a Cantù dell’ennesima provocazione) ha fatto centro. Se Josephine Baker era famosa per il gonnellino di banane, anche io sono sotto i riflettori per colpa del frutto tropicale: qualcuno mi ha già soprannominato “gorillone”. E pensare che la dietista mi ha appena prescritto una banana a colazione perché possiede il potassio. Come sa pure la ministra che è un bravo medico. Ma, adesso, le banane rischiano di diventare un incubo. Ho, quindi, deciso di passare al kiwi. Speriamo bene.