Balotelli, uno di noi

Gli italiani sono sempre pronti a salire sul carro dei vincitori, ma possono adottare, talvolta, lo sconfitto, se riesce a commuovere. Il caso di Mario Balotelli è significativo è un gran bel giocatore, ma è anche considerato un ragazzo arrogante, troppo sicuro di sé, con un caratteraccio che induce a stare alla larga da lui. Non […]

Gli italiani sono sempre pronti a salire sul carro dei vincitori, ma possono adottare, talvolta, lo sconfitto, se riesce a commuovere.

Il caso di Mario Balotelli è significativo è un gran bel giocatore, ma è anche considerato un ragazzo arrogante, troppo sicuro di sé, con un caratteraccio che induce a stare alla larga da lui. Non gli abbiamo perdonato nulla, tra colpi di testa, sbagliati, sui campi di calcio e colpi di testa nella vita di ogni giorno. Non abbiamo mai digerito le sue “balonate” fatte da atteggiamenti strafottenti e maleducati. Insomma, se agli azzurri e al Milan il campione ha dato tanto, non è mai riuscito a conquistare molti tifosi che lo hanno ripagato con squallidi cori razzistici per via della sua pelle nera e con altre offese ancora.

Poi, un bel giorno, anzi una brutta sera, abbiamo scoperto che anche Balo piange. È successo dopo essere stato avvicendato da Seedorf durante la partita Napoli-Milan di sabato. Quelle lacrime sul viso seguivano a ruota la notizia del riconoscimento, dopo un lungo braccio di ferro, della bimba nata dalla relazione con la bella Fico. Ed ecco che, all’improvviso, Mario sembra più umano: anche lui ha un cuore, un gran cuore che vale i suoi gol. Caro bomber, stai crescendo e resta, quindi, con noi: non andare più a giocare all’estero. Anche se in Italia ti lasciano in panchina.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net