Arte o non arte

HO UN DEBOLE per Santarcangelo di Romagna: in quella cittadina, a un tiro di schioppo dal litorale adriatico, è nato anche il grande Tonino Guerra e proprio là, nell’appartamento che s’affaccia sulla piazza principale, l’ho salutato l’ultima volta. A Santarcangelo, per giunta, si mangiano le migliori tagliatelle al ragù di tutto il mondo. Un amore vecchio di anni che si è però lievemente incrinato […]

HO UN DEBOLE per Santarcangelo di Romagna: in quella cittadina, a un tiro di schioppo dal litorale adriatico, è nato anche il grande Tonino Guerra e proprio là, nell’appartamento che s’affaccia sulla piazza principale, l’ho salutato l’ultima volta. A Santarcangelo, per giunta, si mangiano le migliori tagliatelle al ragù di tutto il mondo. Un amore vecchio di anni che si è però lievemente incrinato in un caldo fine-settimana di luglio, l’ultimo, dopo aver letto che, nell’ambito del Festival del Teatro di Piazza, un ballerino, Frank Willens, ha danzato, proprio in quella meravigliosa piazza, per un po’ completamente nudo e poi ha fatto, «coram populo », la pipì dal basso verso l’alto. Di questi tempi non ci scandalizziamo più di niente, ma merita una citazione il comunicato della direttrice artistica del Festival che ha dato il tocco finale allo show. Nella nota-stampa si parla di «un corpo, un danzatore che si fa fontana, facendo sgorgare uno spruzzo di pipì nella posa di Manneken-Pis di Bruxelles. Si tratta, quindi, non già di una facile provocazione, che sarebbe peraltro puerile e poco efficace, ma di una dichiarazione rispetto al rapporto tra danza e storia, tra dimensione dell’arte e dimensione della vita individuale e politica. Si tratta di un gesto coreografato, inserito all’interno di un contesto artistico specifico e dichiarato come tale, da uno dei maggiori protagonisti della scena artistica contemporanea». Il solleone di questi giorni fa davvero brutti scherzi: arte o non arte, questo è il problema. giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net