IN UN’ESTATE di diversi anni fa, mi capitò di essere, ad Ansedonia, vicino d’ombrellone di Giuliano Amato. Non era più premier, ma pontificava dall’alto, nonostante fosse due spanne più basso di me. E con quei mutandoni esagerati da cui spuntavano due gambette mingherline, sguazzava in acqua come un papero. Mi sono subito reso perfettamente conto che il Dottor Sottile era davvero una riserva della Repubblica (Prima o Seconda, non fa differenza), capace di galleggiare in qualsiasi mare o situazione.

IN QUESTI GIORNI, ne ho avuto la conferma: chi ha pescato Napolitano come giudice costituzionale? Ovviamente lui: il professor Giuliano. Qualcuno ha interpretato questa scelta come una mossa distensiva del Capo dello Stato nei confronti del centrodestra in vista del gran verdetto su Berlusconi: in effetti, proprio il Pdl l’aveva indicato, in primavera, come candidato gradito per la successione di Napolitano che è, poi, rimasto al Quirinale. Qualcun altro ha addirittura ipotizzato che il parcheggio di Amato alla Consulta sia solo momentaneo perché il Colle potrebbe anche indicarlo come premier di un possibile governo-ponte in caso che la vicenda giudiziaria del Cavaliere costringesse Enrico Letta a dimettersi. Insomma, c’è sempre un Amato per tutte le stagioni. Nulla da dire sul fine ingegno del professore che, non a caso, è stato soprannominato Dottor Sottile, ma mi chiedo se, così facendo, la Casta non dia un cattivo esempio, finendo, ancora una volta, per autoalimentarsi e dando ragione a tutti coloro che accusano il Palazzo di non sapersi rinnovare. Amato, per giunta, tra le moltissime cose egregie che ha fatto oltre 20 anni fa – quando, tanto per cambiare, l’Italia era sull’orlo della bancarotta e lo Sme impose una super-svalutazione della lira – , è passato alla storia per il famoso blitz del prelievo forzoso sui depositi bancari degli italiani attuato in una notte. Che, in tutta sincerità, non è il modo migliore per farsi ricordare benevolmente dai propri connazionali.