A proposito di Rolex

Di questo passo, i veri e unici black bloc sembrano, paradossalmente, il premier Renzi e Alfano, titolare del Viminale. La frase abbozzata dai due che hanno definito gli ultras scassavetrine di venerdì scorso a Milano come “figli di papà con il Rolex”, sta creando ingenti danni come se non bastassero quelli procurati dai teppisti in […]

Di questo passo, i veri e unici black bloc sembrano, paradossalmente, il premier Renzi e Alfano, titolare del Viminale. La frase abbozzata dai due che hanno definito gli ultras scassavetrine di venerdì scorso a Milano come “figli di papà con il Rolex”, sta creando ingenti danni come se non bastassero quelli procurati dai teppisti in tuta mimetica.

Dopo la replica dell’amministratore delegato di Rolex Italia che ha, giustamente, acquistato pagine intere dei principali quotidiani per chiedere le scuse di Matteo ed Angelino, ecco il dibattito sollevato da qualche commentatore: ma l’orologio al polso di quella ragazza incappucciata che prende di mira un negozio (magari un’orologeria) è vero o falso? Se fosse vero avrebbero ragione i due uomini di governo quando parlano di figli di papà, se fosse falso sarebbe ancora peggio perché finirebbe per confermare che la dimostrante in questione è, comunque, attratta dagli status symbol di quella società borghese e capitalistica che vuole annientare.

Tanto spazio per una questione come questa mi sembra francamente sprecato e l’ha detto, ieri, lo stesso Alfano, anche perché, aggiungo, nessuno ha rilevato che i cinque giovani (tre uomini e due donne) a cui è stato convalidato il fermo non sembrano proprio figli di papà e neppure capetti della rivolta. Dicono le cronache che quelli finiti in carcere sarebbero precari che il Rolex non l’hanno mai visto neppure tarocco.

giancarlo.mazzuca@ilgiorno.net