IN QUESTI GIORNI, leggendo sui giornali il gesto  di Dani Alves da Silva, il terzino del Barcellona che si è mangiato in un sol boccone… con grande prontezza di spirito, la banana piovutagli addosso dagli spalti, ennesimo esempio di un razzismo idiota, mi sono ricordato di un episodio analogo accaduto a Cervia nel luglio dell’anno scorso.

IN QUELL’OCCASIONE l’allora ministro dell’integrazione, Cecile Kyenge, era intervistata dal sottoscritto nel corso di una serata della Festa dell’Unità.
Sul più bello, piove una banana in mezzo al palco. E beccati sta banana… Il frutto esotico mi sfiora e rimango interdetto: che fare? Sto per raccoglierla  ma un signore, seduto in prima fila, mi sottrae l’ambito frutto con mano lesta.

Non posso fare altro che chiedere un applauso  di solidarietà per la Kyenge, perché Cervia e la Romagna intera non meritano tanta stupidità. Come il bravo Alves anche io, allora, avevo pensato di fare “gnam”, ma mi è stata sottratta la materia prima. Comunque, su consiglio del medico, per via del potassio, ho deciso di mangiarmi, ogni mattina, una banana con il caffé. Tanto di cappello ad Alves, ma con le banane anti-razziste, nel mio piccolo, sono stato un antesignano.

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