GLI STRANI SCHERZI del destino. Proprio nel giorno in cui il governo Renzi vara le nuove norme contro la corruzione che prevedono, anche alla luce del “caso Roma”, pene più severe e un allungamento della prescrizione, arriva la notizia che il consiglio d’amministrazione del “Pio Albergo Trivulzio” di Milano ha approvato, a maggioranza, una mozione di sfiducia nei confronti del direttore generale dell’ente, a conferma di una situazione sempre più complessa e conflittuale.
Cosa c’entra il pacchetto anti-corruzione con le acque agitate che rischiano di sommergere l’istituto lombardo? All’apparenza nulla, ma si tratta, comunque, di un’incredibile coincidenza che merita di essere sottolineata. In effetti, quando, adesso, si parla di corruzione, viene in mente proprio il Trivulzio di Mario Chiesa che innescò il triste capitolo di Tangentopoli e le battaglie del “pool” di Mani Pulite.

CORSI e ricorsi. Allora fu la capitale morale d’Italia ad essere al centro degli scandali e delle malversazioni, oggi è Roma, caput mundi, che affoga nel fango degli affari sporchi. Nel 1992 tutto deflagrò con la mazzetta al “mariuolo” Chiesa che, scontata la pena e pagati 7 miliardi di vecchie lire allo Stato, è  diventato un uomo religioso e pio come  il suo vecchio “Albergo”. Ricordo, come tutti voi, la crociata di Di Pietro & C, sostenuta da moltissimi giornali: a distanza di 22 anni dobbiamo, purtroppo, constatare che non è servita pressoché a nulla. Il governo oggi in carica cerca, nuovamente, di correre ai ripari: riuscirà ad estirpare le male erbe o anche questa volta andremo a sbattere contro il muro del malaffare?

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