8 marzo: in ricordo di Sandra

SANDRA. ERA UNA DONNA come tante. Una romagnola vivace, dai corti capelli, scuri, sempre con abiti eleganti, all’ultima moda, che riuscivano a mascherare uno sguardo triste, malinconico e un’inspiegabile cautela anche nel lavoro. Il mio pensiero va a lei in questo 8 marzo che si è appena concluso. Una storia di ordinaria follia, come tante […]

SANDRA. ERA UNA DONNA come tante. Una romagnola vivace, dai corti capelli, scuri, sempre con abiti eleganti, all’ultima moda, che riuscivano a mascherare uno sguardo triste, malinconico e un’inspiegabile cautela anche nel lavoro. Il mio pensiero va a lei in questo 8 marzo che si è appena concluso. Una storia di ordinaria follia, come tante ce ne sono state negli ultimi mesi. Sandra è morta l’anno scorso, in un luminoso giorno d’estate, di prima mattina, davanti al suo negozio di parrucchiera in un centro, Milano Marittima, che piace tanto ai turisti lombardi. Le ha sparato, a bruciapelo, in mezzo alla strada, il suo compagno che non voleva perderla e che si è poi ammazzato. Sandra non ha avuto neppure il tempo di rendersi conto che la sua vita stava finendo. Da molto tempo, la giovane donna era perseguitata da quell’uomo e aveva denunciato inutilmente le proprie paure. Dopo l’omicidio-suicidio, gli inquirenti hanno allargato le braccia: anche se avessero sequestrato le pistole, magari il compagno l’avrebbe accoltellata.  E così sia.