Cambiare non serve, se non si fa sempre lo stesso disco. Sarà stata l’attesa a fare la differenza. Forse. Ma i dischi di Daft Punk e The National li ho trovati proprio come me li aspettavo. Niente di straordinario. E nemmeno di epocale, nonostante i Daft Punk non facessero un album di inediti da otto anni. Il loro “Ram”, prima dell’uscita, veniva considerato come un evento. Il disco non stravolge nulla della storia dei Daft Punk, se non altro l’arricchisce di un capitolo che potrebbe essere anche eccessivamente narcisista (far vedere come l’elettronica possa essere pop, suonandola anche con strumenti veri e circondandosi di eroi ed eroine della scena indie), ma che comunque non annoia. C’è tutto in “Ram”, a iniziare da quel vocoder che ormai, almeno per gli storici della musica, non sarà più solo ed esclusivamente un appannaggio di Cher. “Get lucky”, il singolo, non riuscirà a toccare le vette di assuefazione di “Around the world”, ma è già prepontentemente nella testa e nell’ugola di parecchi. Come dimostrano le cover che già si sprecano sul web e non è passato nemmeno un mese dall’uscita. La solita solfa, si dirà, difficile obiettare. Ma non è detto poi che la solita solfa stanchi, anche se dal di fuori sembra un’operazione di marketing musicale pianificata nei minimi dettagli, perché ascoltandola, si ha ancora voglia di farlo e di rifarlo. Magari non ossessivamente. Ma l’ascolto diventa quasi fisiologico. E stesso discorso, pur con le mutate coordinate musicali che hanno fatto la storia dei National, vale per “Trouble will find me”. Anche qui le collaborazioni non sono un inutile orpello, tanto per macchiare il disco e per conquistare, ove ce ne fosse bisogno, altre fette di mercato. I National si accompagnano (bene) con Sufjan Stevens, St Vincent e il disco che ne esce fuori, non aggiunge nulla di nuovo, ma si ascolta e si riascolta. E di questi tempi non è poco. Riascoltare per due volte uno stesso disco è quasi un’impresa titanica in un mercato che abbonda di album istantanei, fai da te e via discorrendo. E allora buon ascolto.