CANZONIERE/2 Miss Misery tra Elliott Smith e Robin Williams

Lo sguardo basso. Assente. Imbraccia la chitarra e canta di una bottiglia di Johnny Walker, di Miseria. E’ vestito di bianco. Dovrebbe essere la sua notte più bella. Magnifica e indimenticabile. E’ la notte degli Oscar ed Elliott Smith vestito interamente di bianco è lì a cantare la canzone della colonna sonora di “Good Will […]

Lo sguardo basso. Assente. Imbraccia la chitarra e canta di una bottiglia di Johnny Walker, di Miseria. E’ vestito di bianco. Dovrebbe essere la sua notte più bella. Magnifica e indimenticabile. E’ la notte degli Oscar ed Elliott Smith vestito interamente di bianco è lì a cantare la canzone della colonna sonora di “Good Will Hunting-Il genio ribelle”, il film di Gus Van Sant: “Miss Misery”. E’ il 23 marzo 1998. Gus Van Sant non lo dimenticherà mai. Per lui sarà un trionfo anche se non vincerà l’Oscar per la regia, ma il suo film comunque porterà a casa un paio di statuette. Per Elliott no. Vincerà Celine Dion con la canzone-tormentone di Titanic. Il tormento interiore di Elliott Smith invece non riuscirà a placarsi nemmeno con le canzoni che lui continuerà a scrivere per almeno altri cinque anni. Poi la morte. Ancora misteriosa, a undici anni di distanza. Un suicidio forse provocato da una depressione contro cui Elliott non è mai riuscito a vincere. Chissà se il professor Sean McGuire, uno dei tanti ruoli interpretati da Robin Williams, che nel film capisce prima degli altri la genialità di Will Hunting, abbia ascoltato prima di farla finita nella vita reale – fuori da telecamere e set cinematografici – questo pezzo che riesce a farti sprofondare di un millimetro in più di quello che credevi fosse il punto massimo di caduta ma che, come ogni canzone di Elliott Smith, è anche uno schiaffo feroce per risvegliarsi, per riprendere in mano la propria vita che rischia di scivolare via inevitabilmente. Dicono che Robin Williams soffrisse di depressione come Elliott Smith e come Elliott Smith ha smesso di vivere troppo presto. Prima che fosse qualcuno più in alto di lui a decretare che sì era arrivato proprio al capolinea. E così questa canzone che si è cristallizzata, che risuona forte e chiara nelle immagini di quella notte degli Oscar rimane un’ossessione. Magnifica senz’altro ma che non è riuscita a evitare due morti premature. Scorrono ora veloci le immagini di una vita fatta di film. Ed è bello sapere che un pezzo di strada Elliott Smith e Robin Williams l’hanno condivisa anche grazie a questa canzone che non è bastata a far vincere a entrambi l’Oscar. Robin l’ha vinto. Ma non gli ha salvato comunque la vita. “It’s a comedy of errors”. Si tratta di una commedia degli errori come canta Elliott Smith in “Miss Misery”. Ma chi siamo noi per giudicare ora. Mentre scorrono gli ultimi e i più dolorosi titoli di coda.

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