Firenze, 30 gennaio 2013 – E’ ‘Giorno della Memoria’ con Primo Levi. La cultura a presidio dell’umano il post che nel corso del mese di gennaio è risultato complessivamente il più letto e apprezzato sulla base dei gradimenti Facebook, Twitter e Google+1 e del numero dei commenti raccolti. Seguono ad una certa distanza, abbastanza lontani dal post rivelatosi in assoluto il preferito di gennaio ma pochissimo tra loro, altri quattro post che ci piace segnalare proprio per la loro diversità: diversità di testi, autori e problematiche che presuppone evidentemente diversi gradimenti, che a loro volta rimandano a diversificati tipi di lettori.
In ordine, dal secondo al quinto posto ma tra loro al fotofinsh quasi alla pari, ‘Delle segrete silenziose lacrime’. Mario Luzi tra pietà e civiltà , Anniversario Verlaine (Parigi, 8 gennaio 1896). ‘Poiché l’alba si accende’ , Cronache fiorentine. La moda e il libro e La voce del poeta. Erri De Luca, ‘Valore’. E anche ai post su Luzi, Verlaine, la moda e il libro ed Erri DeLuca, mediante quella che in linguaggio tecnico si chiama «scrittura animata», volentieri rimandiamo.
Buona lettura o buona rilettura, e nel caso del «post del mese» – iniziativa che d’ora in poi puntualmente replicheremo –. pure con la riproposizione in calce di tutti i commenti da quel post raccolti (per il momento raccolti: si può,ovviamente, commentare ancora!). M. M.
Giorno della Memoria’ con Primo Levi. La cultura a presidio dell’umano
VEDI I VIDEO “Shemà”, poesia da “Se questo è un uomo” , “Ritorno ad Auschwitz”
Firenze, 27 gennaio 2013 – Si rinnovano di anno in anno in tutta Italia le iniziative del «Giorno della Memoria», la ricorrenza in ricordo dell’Olocausto istituita nel 2000 e simbolicamente fissata al 27 gennaio: il giorno, nel 1945, della liberazione di Auschwitz. Una ricorrenza di alto significato civile ed educativo, un impegno per non dimenticare in cui istituzioni e scuola, dovunque, sono insieme.
A questa grande testimonianza in difesa di valori umani così ferocemente calpestati prende come sempre parte la cultura in tutte le sue forme: non solo la ricerca storica con i suoi documenti e i suoi approfondimenti, ma anche la letteratura ed ogni altra espressione artistica, dalla musica alla arti figurative, dal teatro al cinema, secondo un’ampia gamma di appuntamenti coralmente tesi a farsi, per via di conoscenza, unitario messaggio a presidio dell’«umano».
Ne deriva un importante invito partecipativo di tipo societario rivolto a tutti. Ecco così ragazzi ed adulti, giovani e meno giovani, pronti a confrontarsi all’insegna della memoria con duri resoconti di fatti sconcertanti ma realmente accaduti, a riflettere su di essi e su tante situazioni di intolleranza, violenza e sopraffazione che ancor oggi nel mondo permangono, a dare ascolto a moniti e richiami interiori che la loro evocazione suscita.
Ed è nella letteratura e in ogni altra manifestazione dell’arte che a quelle tragiche vicende rimanda che l’idea stessa di «umanità» converge e culmina: in una sinergica sintonia di valore etico e formativo tra memoria, consapevolezza e speranza che rende sempre attuali ed operativamente utili, nel rifiuto del male e nella responsabile costruzione del bene, i libri di Primo Levi (comprese le sue poesie raccolte in Ad ora incerta) o il celebre Diario di Anna Frank.
Marco Marchi
Shemà
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per un pezzo di pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
(Shemà – Ascolta –, da Se questo è un uomo; testo presente anche in Ad ora incerta)
Leggi il post correlato Gli uomini e gli dei. Versi di Primo Levi per nuove afflizioni e nuove vittime
I COMMENTI
GiuliaBagnoli
“Prima di morire, la vittima dev’essere degradata, affinché l’uccisore senta meno il peso della sua colpa. è una spiegazione non priva di logica, ma che grida al cielo: è l’unica utilità della violenta inutile”. (Levi, “I sommersi e i salvati”) Queste parole chiudono quello che, a mio avviso, è il capitolo più terribile del libro (“La violenza inutile”), perché è quello in cui l’autore cerca di capire l’orrore. Un libro che dovrebbero leggere tutti.
TommasoMeozzi
Credo che quello che è successo nei campi di sterminio non riguardi solo il nostro rapporto verso chi ancora oggi subisce ingiustizie e umiliazioni, ma il nostro rapporto nei confronti di ogni prossimo che incontriamo per strada: è possibile dire che un uomo ci è estraneo, dopo che l’ideologia fanatica della discriminazione ha macinato milioni di persone?
stillafarota
Un comando, quello di Levi, di potenza biblica (concordo in questo con Pia e m.), dettato da un dolore così lacerante da non poter essere rimarginato. Un crimine, quello qui ricordato, più inaccettabile della morte, in quanto della morte è più assurdo. Non dimenticare significa per me essere consapevole che siamo fatti anche di male e che continuare a vivere significa vigilare su noi stessi perché la bellezza, giorno dopo giorno, possa salvarci.
PIA
Poesia dal sapore biblico, con anatema finale…. per non dimenticare, MAI.
IsoladiFederigo
“Ma se fui concepito nell’iniquità, e mia madre mi nutrì nel suo grembo fra i peccati, dove mai, di grazia, Dio mio, dove, Signore, io, servo tuo, dove o quando fui innocente?” (S. Agostino, Confessioni). Si può ricominciare da qui, dalla consapevolezza che questo è l’uomo, nato al peccato ma anche al perdono, per crederci un’unica razza umana.
Luigi Rosi
Dunque la vita è prepotente impegno di gentilezza umana, se è possibile la poesia dopo Auschwitz.
Giovannella
L’oblio non cancelli il ricordo di tanti uomini che erano come noi, con gli stessi sentimenti, lo stesso desiderio di amare, di sorridere, anche di soffrire, ma che la sorte ha voluto sacrificare in nome del potere, effimero, di pochi. Quei pochi che hanno annientato la dignità di una moltitudine di esseri umani. In ricordo di Primo Levi, ma non solo… Giovannella
PietroPaoloTarasco
Nei secoli si sono debellate tante malattie ma, quella chiamata “odio”, “violenza”, “intolleranza” purtoppo non ancora! E’ la nostra grande speranza; quella che Primo Levi grida al mondo intero.
MarcoCapecchi
Chi sono oggi gli uomini e le donne che non conoscono pace e lottano per un pezzo di pane? Forse solo interrogandoci su questo mondo e grande e terribile in cui viviamo potremo dare un significato più ricco al giorno della memoria. Forse solo se la memoria diventa ragione per agire e indignarsi per ciò che oggi accade potremo evitare lo sfascio delle nostre case…
silvia
Ricordate il canto di Ulisse? Nel campo, per sopravvivere alla disumanizzazione che uccide la persona prima del suo stesso corpo, Levi cita a memoria Dante al suo compagno francese. Le poche terzine che ricorda racchiudono una lezione simbolicamente altissima su come la cultura possa rappresentare il fragile appiglio per dirsi ancora umani, e – oltre che umani – fratelli.
Tristan51
Su “Una mamma italiana”. Sì, davvero incredibile…
Tristan51
“Sognavamo nelle notti feroci / sogni densi e violenti / sognati con anima e corpo: / tornare; mangiare; raccontare. / Finché suonava breve sommesso / il comando dell’alba: / «Wstawac»: / e si spezzava in petto il cuore” (Alzarsi); “Piedi piagati e terra maledetta, / lunga la schiera nei grigi mattini. / Fuma la Buna dai mille camini, / un giorno come ogni giorno ci aspetta” (Buna).
una mamma italiana
Il cavaliere parlamentare è stato capace di adoperare addirittura la giornata della memoria per cercare di soffiare un paio di voti all’estrema destra. Si crede uno statista ma è solo uno che non si rende conto delle sciocchezze che dice non rispettando il dolore ancora vivo in milioni di famiglie.
m
Un salmo; fra i più dolorosamente belli che sia dato leggere. Torniamo a leggere anche il Primo Levi poeta, spesso straordinario ma poco conosciuto, eppure prodigo di doni a chi lo ascolta (שמע, shemà): “In una notte come questa un poeta / Tende l’arco a cercare una parola / Che racchiuda la forza del tifone / Ed i segreti del sangue e del seme”.
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Capodanno con Pablo Neruda , Un’immersione nell’anima. ‘Il bacio’ di Alda Merini , La voce del poeta. Erri De Luca, ‘Valore’ , Arietta di Posillipo. Di D’Annunzio-Tosti, ‘A vucchella , Verso la Cuna. Epifania con Mario Luzi e Pier Paolo Pasolini , L’unica ragione. Ricordo di Alessandro Parronchi , Compleanno Caproni (Livorno, 7 gennaio 1912). Il ‘Congedo del viaggiatore cerimonioso’ , Anniversario Verlaine (Parigi, 8 gennaio 1896). ‘Poiché l’alba si accende’ , So che mi aspetti. ‘Domani all’alba’ di Victor Hugo , Raccontare il reale. Creatività e scrittura per giornalisti giovanissimi , Lectura Dantis. ‘Ahi serva Italia, di dolore ostello’. Il canto di Sordello secondo Carmelo Bene , Grandissima Melato (la più grande). ‘Una volta ti dissi’ di Alda Merini , La via di fuga. ‘Casa sul mare’ di Eugenio Montale , Braci di raso. ‘L’Eternità’ di Rimbaud , Compleanno Osip Mandel’štam (Varsavia, 15 gennaio 1891). ‘M’è dato un corpo’ , L’intervista. Ungaretti: ‘Duecent’anni dovrò vivere!’ , La voce del poeta. Borges, ‘Arte poetica’ , Bis! Il viaggio e l’isola. Itaca di Constantinos Kavafis , ‘Comu ti chianciu ora ca ti persi’. La Sicilia lontana di Ignazio Buttitta , ‘Delle segrete silenziose lacrime’. Mario Luzi tra pietà e civiltà , Contrasto amoroso. L’antica rosa di Cielo d’Alcamo Le mie rose le sue rose. ‘In un momento’ di Dino Campana , Le rose che non colsi. Guido Gozzano, ‘Cocotte’ , In memoria del Presidente Lincoln. Il Capitano di Walt Whitman , Cronache fiorentine. La moda e il libro , Antiebraismo e ‘democrazie’. ‘Giorno della Memoria’ con W.H. Auden , ‘Giorno della Memoria’ con Primo Levi. La cultura a presidio dell’umano , Compleanno Roberto Roversi (Bologna, 28 gennaio 1923). ‘Dopo Campoformio’ , La bella prigioniera dei soldati. ‘La rosa e la reseda’ di Louis Aragon
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