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Firenze, 22 febbraio 2024 – Qualche tempo fa l’Abbazia di San Miniato al Monte ricordò il grande poeta a quindici anni dalla sua scomparsa con un pomeriggio dedicato alle splendide letture di testi biblici che egli ci ha lasciato. Lo fece attraverso un testo scenico dal titolo Verbum, con musiche di Ferenc Liszt, elaborato da chi scrive, affidato alle voci degli attori Federica Miniati e Roberto Salemi. L’evento ebbe luogo nella splendida cornice della Basilica di San Miniato al Monte, introdotto da un saluto dell’abate Padre Bernardo Francesco Gianni.
“L’indugiante pensare di Mario Luzi sui testi sacri – come ha scritto con acutezza Bruno Forte – ci rivela di lui una sorgente nascosta, segreta come lo è ogni vero legame d’amore, eppure luminosa, tale da ispirare e sostenere il suo viaggio ‘terrestre e celeste’”. Di questo avvincente “legame d’amore” all’insegna della parola intese certificare il testo scenico Verbum, tratto dalle letture bibliche luziane confluite in Sulla Parola di Dio.
Ne derivò un suggestivo ritratto del poeta calato nelle drammatiche contraddizioni della storia, fra umana testimonianza dell’esistere e superiore fiducia in ciò che ci trascende. Ed è in questa chiave che i commenti di Mario Luzi al Nuovo Testamento – il Vangelo secondo Giovanni, le Lettere di San Paolo e l’Apocalisse – e all’Antico – il Libro di Giobbe – culminano radiosamente nei versi della Via Crucis.
Marco Marchi
Oscillano le fronde, il cielo invoca
Oscillano le fronde, il cielo invoca
la luna. Un desiderio vivo spira
dall’ombra costellata, l’aria giuoca
sul prato. Quale presenza s’aggira?
Un respiro sensibile fra gli alberi
è passato, una vaga essenza esplosa
volge intorno ai capelli carezzevole,
nel portico una musa riposa.
Ah questa oscura gioia t’è dovuta,
il segreto ti fa più viva, il vento
desto nel rovo sei, sei tu venuta
sull’erba in questo lucido fermento.
Hai varcato la siepe d’avvenire,
sei penetrata qui dove la lucciola
vola rapida a accendersi e sparire,
sfiora i bersò e lascia intatta la tenebra.
Mario Luzi
(da Quaderno gotico, 1947)
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