VEDI I VIDEO “La notte nell’isola” letta da Paolo Rossini , “La noche en la isla” letta da Jaime Sabines , …e cantata da Olga Manzano e Manuel Picón , “Puedo escribir los versos más tristes esta noche” letta dal poeta , “Non t’amo come se fossi rosa di sale” letta da Nando Gazzolo
Firenze, 23 settembre 2018 – Ricordando che il 23 settembre 1973 moriva a Santiago del Cile il poeta Pablo Neruda.
La notte nell’isola
Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell’isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l’acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell’alto o nel profondo,
in alto come i rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
– pane, vino, amore e collera –
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l’oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d’improvviso
in mezzo all’ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d’acqua marina, di alghe,
del fondo della vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall’aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.
(traduzione di Giuseppe Bellini)
La noche en la isla
Toda la noche he dormido contigo
junto al mar, en la isla.
Salvaje y dulce eras entre el placer y el sueño,
entre el fuego y el agua.
Tal vez muy tarde
nuestros sueños se unieron
en lo alto o en el fondo,
arriba como ramas que un mismo viento mueve,
abajo come rojas raíces que se tocan.
Tal vez tu sueño
se separó del mío
y por el mar oscuro
me buscaba
como antes
cuando aun no existías,
cuando sin divisarte
navegué por tu lado,
y tus ojos buscaban
lo que ahora
– pan, vino, amor y cólera –
te doy a manos llenas,
porque tú eres la copa
que esperaba los dones de mi vida.
He dormido contigo
toda la noche mientras
la oscura tierra gira
con vivos y con muertos,
y al despertar de pronto
en medio de la sombra
mi brazo rodeaba tu cintura.
Ni la noche, ni el sueño
pudieron separarnos.
He dormido contigo
y al despertar tu boca
salida de tu sueño
mi dió el sabor de tierra,
de agua marina, de algas,
del fondo de tu vida,
y recibí tu beso
mojado por la aurora,
como si me llegara
del mar que nos rodea.
Pablo Neruda
(da “I versi del Capitano”, 1952)
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