VEDI I VIDEO “La rose et la réséda” letta da Jean-Louis Barrault in un cortometraggio di André Michel del 1947 , … e da Louis Aragon , “La rose et la réséda” cantata da Juliette Gréco , …e da La Tordue , “Non esistono amori felici”
Firenze, 20 febbraio 2024 – La rose et la réséda di Louis Aragon, testo risalente per composizione al 1943 e dedicato alla memoria di quattro martiri della Resistenza francese (due partigiani cristiani e due comunisti), ci riporta al drammatico contesto storico dell’occupazione tedesca della Francia: è lei, la Francia, la personificata “bella prigioniera dei soldati” adorata da tutti, credenti e non credenti, di cui si parla nella poesia.
Il componimento rievoca con efficacia quella temperie, facendosi invito di valore politico e civile ad una unità nazionale in grado di superare la vecchia divisione tra laici e cattolici, tra la rosa rossa e la reseda bianca: una frattura dolorosamente efficiente nelle vicende francesi, com’è noto, fin dai tempi dell’affare Dreyfus. Il martirio comune, nell’ottica aperta al futuro che il poeta surrealista affida a questi versi, creerà le condizioni per l’avvio di una nuova stagione.
All’interessantissimo, storico cortometraggio di André Michel, contenente l’altrettanto storica, vibrante e appassionata lettura di La rose et le réséda di Jean-Louis Barrault, si sono abbinate nella proposta-video del post le interpretazioni del testo in chiave musicale di Juliette Gréco e del gruppo La Tordue, nonché la lettura dello stesso Aragon.
Marco Marchi
La rosa e la reseda
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Entrambi adoravano la bella prigioniera dei soldati
Colui che saliva sulla scala e colui che aspettava in basso
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Che importa come si chiama questa chiarezza sui loro passi
Che uno fosse di chiesa e l’altro si defilasse
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Entrambi erano fedeli nelle labbra nel cuore nelle braccia
Ed entrambi dicevano che essa viva e chi vivrà vedrà
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Quando il grano è sotto la grandine è pazzo chi fa il difficile
E’ pazzo colui che si occupa dei suoi litigi nel cuore della lotta comune
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Dall’alto della cittadella la sentinella sparò
per due volte e l’uno cancella l’altra tomba che morirà
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Sono in prigione l’uno ha il più triste giaciglio
L’uno più dell’altro si congela, l’altro preferisce i topi
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Un ribelle è un ribelle due singulti fanno un solo rintocco funebre
E quando viene l’alba crudele passano dalla vita al trapasso
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Ripetendo il nome di colei che nessuno dei due sbagliò
E il loro sangue gronda con uno stesso colore con uno stesso scoppio
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
Gronda, gronda, si mescola alla terra che amò
Affinché alla nuova stagione maturi un’uva moscata
Colui che credeva al cielo e colui che non ci credeva
L’unico corre e l’altro ha delle ali della Bretagna o del Jura
E lampone o mirabella il grillo canterà di nuovo
dite flauto o violoncello il doppio amore che bruciò
l’allodola e la rondine la rosa e la reseda.
La rose et le réséda
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Tous deux adoraient la belle
Prisonnière des soldats
Lequel montait à l’échelle
Et lequel guettait en bas
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Qu’importe comment s’appelle
Cette clarté sur leur pas
Que l’un fut de la chapelle
Et l’autre s’y dérobât
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Tous les deux étaient fidèles
Des lèvres du coeur des bras
Et tous les deux disaient qu’elle
Vive et qui vivra verra
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Quand les blés sont sous la grêle
Fou qui fait le délicat
Fou qui songe à ces querelles
Au coeur du commun combat
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Du haut de la citadelle
La sentinelle tira
Par deux fois et l’un chancelle
L’autre tombe qui mourra
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Ils sont en prison Lequel
A le plus triste grabat
Lequel plus que l’autre gèle
Lequel préfère les rats
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Un rebelle est un rebelle
Nos sanglots font un seul glas
Et quand vient l’aube cruelle
Passent de vie à trépas
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
Répétant le nom de celle
Qu’aucun des deux ne trompa
Et leur sang rouge ruisselle
Même couleur même éclat
Il coule, il coule, il se mêle
À la terre qu’il aima
Pour qu’à la saison nouvelle
Mûrisse un raisin muscat
Celui qui croyait au ciel
Celui qui n’y croyait pas
L’un court et l’autre a des ailes
De Bretagne ou du Jura
Et framboise ou mirabelle
Le grillon rechantera
Dites flûte ou violoncelle
Le double amour qui brûla
L’alouette et l’hirondelle
La rose et le réséda
Louis Aragon
(da La Diane Française, 1944)
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