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Firenze, 9 luglio 2019 – Confessiamo di essere ammiratori della poesia di Mariangela Gualtieri, della sua poesia e del suo modo di porgerla preferenzialmente legato alla scena, alla teatralità, alle possibilità comunicative ed emozionali – per usare parole di una suo testo – di una “voce che dice” come la sua.
Possibilità messe al servizio anche della poesia altrui. Come nel caso di Wisława Szymborska, interpretata con grande efficacia e capacità di suggestione in molti suoi testi, o come nel caso di Jorge Luis Borges, rielaborato e con maestria fatto proprio affidandosi al gioco tipografico del tondo alternato al corsivo citazionale (che nella raccolta einaudiana del 2014 “Le giovani parole”, avvisati da una nota a “Bello mondo”, si lascia cogliere e nella mera lettura presente in un video di YouTube senza precisazioni al riguardo si perde) di “Ringraziare desidero”: un componimento che è in realtà, come è stato notato e opportunamente detto “una riscrittura a quattro mani” di “Un’altra poesia dei doni” del poeta argentino, più che una poesia che da quel testo genericamente prende spunto.
Buona lettura e buon ascolto della poesia-teatro di Mariangela Gualtieri!
Marco Marchi
Sii dolce con me. Sii gentile
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
Mariangela Gualtieri
(da Bestia di gioia, Einaudi 2010)
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