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Firenze, 22 ottobre 2023
M’è dato un corpo
M’è dato un corpo – che ne farò io
di questo dono così unico e mio?
Sommessa gioia di respirare, esistere:
a chi ne debbo essere grato? Ditemi.
Io sono giardiniere, e sono fiore;
nel mondo-carcere io non languo solo.
Già sui vetri dell’eternità è posato
il mio respiro, il caldo del mio fiato.
L’impronta lasceranno di un disegno,
e più non si saprà che mi appartiene.
Scoli via la fanghiglia dell’istante:
rimarrà il caro disegno, intatto.
(traduzione di Remo Faccani)
Дано мне тело
Дано мне тело — что мне делать с ним,
Таким единым и таким моим?
За радость тихую дышать и жить
Кого, скажите, мне благодарить?
Я и садовник, я же и цветок,
В темнице мира я не одинок.
На стекла вечности уже легло
Мое дыхание, мое тепло.
Запечатлеется на нем узор,
Неузнаваемый с недавних пор.
Пускай мгновения стекает муть —
Узора милого не зачеркнуть.
Osip Mandel’štam
(1909; da Ottanta poesie, Einaudi 2009)
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