I versi che non bastano. Vittorio Sereni

I versi Se ne scrivono ancora. Si pensa ad essi mentendo ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri l’ultima sera dell’anno. Se ne scrivono solo in negativo dentro un nero di anni come pagando un fastidioso debito che era vecchio anch’esso d’anni. No, non è più felice l’esercizio. Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte. […]

I versi

Se ne scrivono ancora.

Si pensa ad essi mentendo

ai trepidi occhi che ti fanno gli auguri

l’ultima sera dell’anno.

Se ne scrivono solo in negativo

dentro un nero di anni

come pagando un fastidioso debito

che era vecchio anch’esso d’anni.

No, non è più felice l’esercizio.

Ridono alcuni: tu scrivevi per l’Arte.

Nemmeno io volevo questo, so

che volevo ben altro.

Si fanno versi per scrollare un peso e

passare al seguente. Ma c’è sempre

qualche peso di troppo, non c’è mai

alcun verso che basti, se domani

tu stesso te ne scordi.

Vittorio Sereni 

(da Gli strumenti umani, 1965)

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