VEDI I VIDEO “Colui che dubita” letta da Gian Maria Volonté , “Der Zweifler” , “Ricordo di Maria A.” letta da Giorgio Albertazzi in un “Carosello” del 1959 , …e nel film “Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck (2006) , Brecht secondo Milly
Firenze, 9 febbraio 2024 – Ricordando che domani ricorrerà l’anniversario della nascita di Bertolt Brecht (Augsburg , Baviera, 10 febbraio 1898).
Colui che dubita
Sempre, ogni volta che
ci pareva di aver trovato la risposta a un problema,
uno di noi scioglieva, sulla parete, il nastro dell’antico
rotolo cinese sí che svolgesse e
visibile apparisse l’Uomo Seduto
che tanto dubitava.
Io, ci diceva,
sono Colui che dubita. Dubito che
sia riuscito il lavoro che v’ha inghiottiti i giorni.
Che, quel che avete detto, se detto peggio valga tuttavia
per qualcuno.
Che lo abbiate detto bene e che forse un po’ troppo
vi siate, alla verità di quanto avete detto, affidati.
Che sia ambiguo: per ogni possibile errore
vostra sarebbe la colp9a. Può anche essere troppo univoco
e allontanar dalle cose la contraddizione; non è troppo univoco?
Allora quel che dite è inutilizzabile. Le cose vostre sono
inanimate, allora.
Siete realmente nel corso degli eventi? Compresi con tutto
quel che diviene? Siete ancora in divenire, voi? Chi siete? A chi
parlate? A chi serve quel che state dicendo?
E, fra parentesi:
vi lascia sobri? Si può leggerlo di mattina?
È anche congiunto al presente? Le tesi
davanti a voi enunciate son messe a profitto o almeno
confutate? Tutto
è documentabile?
Per esperienza? Di chi?
Ma prima di tutto
e sempre, e ancora prima d’ogni cosa: come si agisce?
Pensierosi noi si considerava con curiosità
l’uomo Turchino dubitare dal quadro, ci si guardava e
da capo si ricominciava.
(traduzione di Franco Fortini)
Der Zweifler
Immer wenn uns
Die Antwort auf eine Frage gefunden schien
Löste einer von uns an der Wand die Schnur der alten
Aufgerollten chinesischen Leinwand, so daß sie herabfiele und
Sichtbar wurde der Mann auf der Bank, der
So sehr zweifelte.
Ich, sagte er uns
Bin der Zweifler, ich zweifle, ob
Die Arbeit gelungen ist, die eure Tage verschlungen hat.
Ob, was ihr gesagt, auch schlechter gesagt, noch für einige Wert hätte.
Ob ihr es aber gut gesagt und euch nicht etwa
Auf die Wahrheit verlassen habt dessen, was ihr gesagt habt.
Ob es nicht vieldeutig ist, für jeden möglichen Irrtum
Tragt ihr die Schuld. Es kann auch eindeutig sein
Und den Widerspruch aus den Dingen entfernen; ist es zu eindeutig?
Dann ist es unbrauchbar, was ihr sagt. Euer Ding ist dann leblos
Seid ihr wirklich im Fluß des Geschehens? Einverstanden mit
Allem, was wird? Werdet ihr noch? Wer seid ihr? Zu wem
Sprecht ihr? Wem nützt es, was ihr da sagt? Und nebenbei:
Läßt es auch nüchtern? Ist es am Morgen zu lesen?
Ist es auch angeknüpft an vorhandenes? Sind die Sätze, die
Vor euch gesagt sind, benutzt, wenigstens widerlegt? Ist alles belegbar?
Durch Erfahrung? Durch welche? Aber vor allem
Immer wieder vor allem anderen: Wie handelt man
Wenn man euch glaubt, was ihr sagt? Vor allem: Wie handelt man?
Nachdenklich betrachteten wir mit Neugier den zweifelnden
Blauen Mann auf der Leinwand, sahen uns an und
Begannen von vorne.
Bertolt Brecht
(1937; da Poesie e canzoni)
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