VEDI I VIDEO “Ti ritrovo alla stazione di Greco” letta da Milo De Angelis , “In carcere bisogna parlare” , Da “Che cos’è la poesia?” , “Vedremo domenica” , Milo De Angelis legge suoi testi da Linea intera, linea spezzata al Premio Betocchi 2021
Firenze, 6 giugno 2024 – Segnalando la recente pubblicazione della traduzione dei Fiori del male di Charles Baudelaire per i tipi di Mondadori.
Ricorre oggi il compleanno di Milo De Angelis, classe 1951, nato a Milano. “La scrittura poetica è per De Angelis – come notò molti anni fa un critico rimasto affascinato da quel laboratorio espressivo particolarissimo – dettatura, voce che per essere ascoltata impone l’accettazione di un “io” spoliato e ferito al centro di una concezione fatalistica di tipo eschileo”. Le nozioni di totalità e di rilevato principio dell’amore instauravano già in altri termini, nell’iniziale Milo De Angelis – quello di Somiglianze e soprattutto quello di Millimetri e Terra del viso, libri dei primi novecenteschi anni Ottanta –, una feconda dialettica distanza-inveramento giocata tra passato e presente, tra ciò che è già stato e risulta irrevocabilmente, esemplarmente dato una volte per tutte e trascorrere del reale, mito fattosi distensione leggendaria e, insieme, puntuale compimento dell’istante.
Un contrasto agonico che già pregiudicava l’evidenza rappresentativa e la perentorietà del segno di De Angelis, volto su tale strada a un superamento in chiave moderna dell’evocativo e del nostalgico e, parallelamente, degli ormai compromessi filtri tradizionali della memoria, a favore di una sorta di indomita presa diretta del reale fattasi parola, in cui il tragico, senza inutili infingimenti o indulgenze, si imponeva con i suoi grandi temi oscuri della malattia e della morte, non esenti tuttavia da aperture in cui l’ossessione luminosamente produceva evocazioni paghe di sé, soste estatiche, apparizioni della speranza.
Sono sommari rilevamenti di forme d’imprinting ispirativo e forme di fedeltà a esso che ancor oggi, dopo tanti anni, possono valere ad introdurci nell’universo poetico dell’autore: un universo che si irradia in un ampio, perennemente mutante e sempre necessario mosaico testimoniale che ha via via previsto Distante un padre, Biografia sommaria, il bellissimo Tema dell’addio, la prima raccolta del nuovo millennio, fino a Quell’andarsene nel buio dei cortili del 2010, al notevole Incontri e agguati di cinque anni dopo e all’ultimo, recente e altrettanto notevole, Linea intera, linea spezzata del 2021.
E come non ricordare infine, uscita l’anno scorso presso Mondadori, una sua pregevolissima traduzione del De rerum natura di Lucrezio?
Marco Marchi
Ti ritrovo alla stazione di Greco
Ti ritrovo alla stazione di Greco
magro come un rasoio e ulcerato da un chiodo
che tu chiamavi poesia poesia poesia
ed era l’inverno eroico di un tempo
che si oppone alla vita giocoliera… e vorrei
parlarti ma tu ti accucci in un silenzio
ferito, ti fermi sul binario tronco,
fissi il rammendo delle tue dita
con la gola secca di fendimetrazina,
e la palpebra accesa da mille frequenze
mentre la Polfer irrompe nel sonno elettrico
e riduce ogni tuo millimetro all’analisi del sangue…
…vorrei parlarti, mio unico amico, parlare solo a te
che sei entrato nel tremendo e hai camminato
sul filo delle grondaie, nella torsione muscolare
delle cento notti insonni, e ti sei salvato
per un niente… e io adesso ti rifiuto
e ti amo, come si ama un seme fecondo e disperato.
Milo De Angelis
(da Incontri e agguati, Mondadori 2015)
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