Roche Connections Oncology: dialoghi sul futuro della terapia

Negli ultimi anni, l’approccio alla cura del cancro è cambiato radicalmente. Grazie ai progressi nella diagnostica e nella terapia, le percentuali di sopravvivenza sono aumentate, occorre quindi creare le condizioni per favorire il dialogo tra gli oncologi e altri specialisti, in modo da scambiarsi idee, esperienze, e lavorare insieme per trovare soluzioni.   È proprio […]

Negli ultimi anni, l’approccio alla cura del cancro è cambiato radicalmente. Grazie ai progressi nella diagnostica e nella terapia, le percentuali di sopravvivenza sono aumentate, occorre quindi creare le condizioni per favorire il dialogo tra gli oncologi e altri specialisti, in modo da scambiarsi idee, esperienze, e lavorare insieme per trovare soluzioni.

 

È proprio questo l’obiettivo di Roche Connections Oncology, che ha riunito 350 medici ed esperti provenienti da tutta Italia. L’evento era organizzato da Roche Italia, in collaborazione con Cipomo-Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri, Fondazione Roche, Associazione Periplo e Siapec-Iap.

 

Uno dei temi centrali è stato il cosiddetto “diritto all’oblio oncologico”, tema di cui scriviamo oggi sulle pagine di Salus in edicola con i nostri quotidiani: il diritto all’oblio riguarda le persone guarite da un tumore, affinché non siano più costrette a riferire informazioni sulla malattia pregressa (e superata) in determinate situazioni, come la stipula di contratti per servizi bancari, finanziari e assicurativi.

 

Secondo Saverio Cinieri, presidente Aiom, l’oncologia è cambiata notevolmente nel corso degli anni. “Se prima c’erano poche speranze, ora per fortuna di cancro si muore sempre meno”, ha affermato. Ciò implica che i pazienti hanno bisogno di un recupero totale e di ritornare alla loro vita quotidiana, compreso il lavoro, attraverso programmi di riabilitazione.

 

Roche Connections Oncology ha anche promosso una sessione interattiva, coinvolgendo più di 350 partecipanti e 37 relatori e facilitatori. Grazie a queste sessioni, sono emerse le priorità per migliorare i percorsi di presa in carico dei pazienti oncologici nel prossimo futuro.

 

La prima priorità individuata è la prevenzione, che include le campagne di screening promosse dal Sistema Sanitario Nazionale. Tuttavia, è necessario aumentare la partecipazione alle campagne di screening, soprattutto nelle regioni del Sud Italia, dove l’adesione è più bassa. Inoltre, è necessario trovare metodi alternativi ed efficaci per invitare le persone allo screening.

 

La seconda priorità è la multidisciplinarietà e l’organizzazione delle reti oncologiche, soprattutto a livello regionale. Luigi Cavanna, Past-President del Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri, ha sottolineato l’importanza dell’oncologia territoriale per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

 

La terza priorità è la ricerca e lo sviluppo. Roche Italia ha investito 46 milioni di euro nel solo 2022 per promuovere attività di ricerca e sviluppo. L’obiettivo ambizioso dell’azienda è puntare a una diagnosi e a un trattamento precoce del cancro, in modo che un numero sempre maggiore di pazienti possa vivere libero dalla malattia. La collaborazione con società scientifiche, associazioni di pazienti e istituzioni è fondamentale per affrontare le sfide dell’oncologia del futuro.

 

Infine, l’ascolto dei pazienti è l’ultima priorità, ma non per questo la meno importante. La voce dei pazienti è fondamentale per migliorare l’esperienza di cura e la qualità dei servizi sanitari. L’utilizzo di strumenti come i Patient reported outcomes (PROs) può consentire di valutare aspetti come il benessere del paziente e l’andamento del trattamento.

 

Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, ci sono ancora diverse sfide da affrontare. È necessario aumentare il numero di medici e migliorare l’organizzazione delle strutture sanitarie. Inoltre, è fondamentale semplificare le procedure burocratiche e promuovere una maggiore attività nel settore oncologico.

 

Roche Connections Oncology ha delineato dunque un percorso da seguire per migliorare i percorsi di cura dei pazienti oncologici in Italia. È fondamentale creare una rete di collaborazione tra le diverse realtà sanitarie e promuovere la prevenzione, la multidisciplinarietà, la ricerca e lo sviluppo, e l’ascolto dei pazienti. Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile migliorare la gestione del cancro e garantire una migliore qualità della vita per i pazienti oncologici.